L'europarlamentare: «Proprio nel mio recente intervento a Strasburgo ho evidenziato quanto sia importante che l'Ue investa ancora di più nella ricerca, che è il motore dell'innovazione, della competitività e dello sviluppo»
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«È motivo di grande orgoglio che due nefrologi reggini, il professore Carmine Zoccali e la professoressa Francesca Mallamaci, siano tra gli scienziati più produttivi al mondo in assoluto in una classifica che va dall'astronomia alla fisica e alla medicina, secondo la prestigiosa graduatoria stilata dall'Università di Stanford». Lo afferma, in una nota, l'europarlamentare Giusi Princi.
«Il professor Zoccali - prosegue - è nella parte altissima del ranking, nel tre per diecimila, e la professoressa Mallamaci nell'uno per mille. Solo pochissimi italiani hanno lo stesso grado di produzione scientifica. È un risultato eccezionale che dimostra ancora una volta come la nostra terra sia in grado di offrire eccellenze riconosciute in ambito internazionale. Il loro lavoro, volto ad indagare la possibilità di intervento sul declino cognitivo, un problema di grande impatto medico e sociale nei pazienti con malattie renali, porterà certamente risultati importanti con sicure ricadute sul nostro territorio. L'Unione europea, infatti, sostiene progetti innovativi come questo, nella consapevolezza che investire in ricerca e innovazione significa investire nel futuro».
«Proprio nel mio recente intervento in Parlamento europeo, nella sessione plenaria di Strasburgo - aggiunge Princi -, ho evidenziato quanto sia importante che l'Ue investa ancora di più nella ricerca, che è il motore dell'innovazione, della competitività e dello sviluppo. Nel mio ruolo da eurodeputata sarò vigile perché ciò accada e perché gli investimenti abbiano concrete ricadute positive sul territorio. Proprio a questo scopo sto realizzando 'Europa a casa', un mensile che illustra le opportunità di finanziamento europee, come quelle nella ricerca, per accompagnare nella progettazione i cittadini, affinché il Sud possa finalmente sfruttare pienamente le risorse dell'Unione europea».