Nelle scorse settimana il geologo Carlo Tansi aveva effettuato un sopralluogo nella discarica di Piano dell'Acqua, che sorge in un'area periferica della città di Scalea e che versa in condizioni di degrado, richiamando alle responsabilità il Comune e chiedendo che fine avessero fatto i fondi stanziati per la bonifica, ben 3 milioni di euro stanziati nel 2017. L'impianto fu chiuso nel 2013 per presunti illeciti nella gestione dei rifiuti.

Dopo qualche giorno dal sopralluogo, il sindaco di Scalea Giacomo Perrotta, intervistato dal nostro network, aveva risposto a Tansi: «Venga a fare il consulente», disse il primo cittadino. 

Tansi accoglie l'invito

«Accolgo con piacere l’invito del sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, per risolvere l’annoso problema della discarica di Piano dell’Acqua, chiusa nel 2010 dalla Procura di Paola perché altamente inquinante», inizia così la nota diffusa da Carlo Tansi, geologo e presidente del movimento civico Tesoro Calabria.

«È il momento di dare risposte concrete - continua Tansi -, in primis quella di mettermi a disposizione l'intera documentazione progettuale ed amministrativa di cui dispone per le verifiche tecniche del caso e perchè voglio che escano fuori tutte le responsabilità dei suoi predecessori che hanno consentito di realizzare questo scempio. Io in tal caso anticipo la mia disponibilità a una collaborazione gratuita: metterò a disposizione le mie conoscenze scientifiche e tecniche, nell'esclusivo interesse della salvaguardia dell’ambiente e della salute popolazione di Scalea che vuole risposte».

«"I siti contaminati rappresentano un importante fattore di rischio per la salute umana" ricorda nelle premesse uno studio sulla Calabria dell’Istituto Superiore della Sanità di qualche anno fa - aggiunge Carlo Tansi -, nel quale la discarica di Scalea veniva inserita tra i siti attenzionati e da bonificare per la presenza di sostanze altamente tossiche. Per questo motivo erano stati stanziati dalla comunità europea, già nel 2013, ingenti fondi – circa 3 milioni di euro - per la bonifica e messa in sicurezza della discarica».

«È assurdo che oggi, nel 2022, a distanza di ben nove anni (!) ancora si assiste a ritardi ed inerzie nell’utilizzo di questi fondi nelle attività demandate al Comune di Scalea dalla Regione Calabria. È chiaro che questi ritardi - prosegue il presidente di Tesoro Calabria - siano imputabili amministrazioni precedenti. Questi fondi devono essere adoperati al più presto per restituire agli abitanti di Scalea il sacrosanto diritto di vivere in un territorio salubre».

«Però su questi fondi nutro dei seri dubbi che, spero, il Sindaco possa dissolvere. Scalea rientra tra siti per i quali è stata sentenziata procedura di infrazione comunitaria. La Ragioneria dello Stato ha avviato nei confronti dei Comuni sanzionati messa in mora per il recupero degli importi oggetto di sanzione con maturazione di interessi giornalieri. Ad oggi unico esimente - si legge ancora nella nota - poteva ricondursi al ritardo della Regione Calabria in fase di stanziamento fondi, ma questo ritardo non si concilia con gli ulteriori assurdi ritardi del Comune di Scalea che ad oggi non ha fatto nulla rischiando anche di un aver perso finanziamento. Ad oggi, dalla mappatura dei Comuni destinatari dei finanziamenti, il comune di Scalea rientra nella lista nera dei Comuni inadempienti. In sostanza: temo che non solo Scalea abbia perso finanziamento! Chiedo al sindaco Perrotta lumi su questo mio quesito».

«Il movimento Tesoro Calabria intende essere parte attiva in un processo di riqualificazione della nostra Terra. Il mio impegno - scrive Tansi avviandosi alle conclusioni della nota -, come quello di tutti i soci del Movimento che mi onoro di rappresentare, prescinde da eventuali ruoli, incarichi politici e interessi economici. Il nostro unico interesse è la Calabria. Vogliamo sconfiggere lo sfruttamento della nostra regione, perpetrato anche tramite l’inquinamento ambientale, attorno al quale ruotano torbidi interessi. Per questo stiamo facendo una guerra senza pari per difendere la nostra Terra dai veleni e dai tumori. Abbiamo iniziato dall'alto Tirreno cosentino con la discarica di Scalea e il depuratore di an Sago a Tortora (quest’ultimo addirittura rischia di essere riaperto, ma noi ci incateneremo ai cancelli se ciò dovesse accadere), entrambi in odore di camorra. Ma poi impiegheremo le nostre energie per tutelare tutte le altre aree avvelenate della Calabria per mano dell’Uomo, dal Pollino allo Stretto. E lo stiamo facendo lontano da elezioni per amore della nostra Terra... a differenza di miei ex concorrenti alle ultime regionali di destra, di sinistra e di movimenti civici, eletti e non, che dopo le elezioni sono spariti nel nulla, badando solo ai loro interessi personali».