VIDEO | La presidente di "Fatto in Calabria" ha creato una rete di eccellenze imprenditoriali che mira a promuovere la nostra regione non solo come terra di tradizioni, ma anche come un luogo dinamico e aperto al mondo.
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Difendere la Calabria dai luoghi comuni e permettere alle eccellenze della nostra regione di aggregarsi per dare un maggiore sviluppo economico alle imprese. Sono questi alcuni degli obiettivi dell'associazione "Fatto in Calabria", presieduta da Katia Oliva, ospite negli studi televisivi di Rende. È stata l'occasione giusta per parlare di vari argomenti, come il turismo, e di presentare soprattutto le prossime iniziative.
Partiamo dalla storia di Fatto in Calabria. Quando nasce e con quali obiettivi?
Fatto in Calabria nasce per rispondere a un'esigenza profonda: cambiare la narrazione distorta che spesso accompagna la Calabria, ridotta a stereotipi negativi legati alla criminalità e ai problemi economici. Viaggiando in Italia e all’estero, ho capito quanto sia diffusa questa falsa percezione. Ma la verità è che la Calabria ha tanto di positivo da offrire. Ci sono imprenditori straordinari, professionisti capaci e aziende d’eccellenza. Fatto in Calabria mira a unire queste forze per creare una rete di sinergie, favorendo lo sviluppo economico e offrendo un’immagine autentica e propositiva della nostra regione.
Quanti imprenditori fanno parte di Fatto in Calabria?
Non vi posso dare un numero preciso, ma posso garantire che l’associazione copre tutte e cinque le province della Calabria. Ogni zona ha un proprio coordinamento, e questa rete ci permette di lavorare a livello locale, nazionale e persino internazionale. Abbiamo già un coordinamento all’estero, a New York, per promuovere l’espansione dell’economia calabrese.
Quali sono stati i progetti principali finora?
Siamo solo al primo anno, ma abbiamo già visto risultati importanti. L’aggregazione che stiamo promuovendo tra imprenditori ha portato alla creazione di nuove collaborazioni. Gli imprenditori si incontrano, si conoscono e iniziano a fare business insieme. Il nostro obiettivo è espandere questa rete, non solo a livello locale ma anche a livello internazionale, contribuendo alla crescita economica e all’immagine positiva della Calabria.
Un altro aspetto interessante è il rapporto con le amministrazioni locali. Fatto in Calabria sembra voler essere un ponte tra imprenditori e amministratori, è corretto?
Esattamente. Uno dei nostri obiettivi principali è creare un dialogo costruttivo tra imprenditori e amministrazioni locali. L’imprenditore conosce bene le necessità del suo territorio e può collaborare con l’amministrazione per risolvere problemi specifici. Non vogliamo scontri, ma un’unione che possa migliorare il territorio e creare condizioni favorevoli allo sviluppo economico. La collaborazione è essenziale per far emergere il potenziale della nostra terra.
La parola “eccellenza” è centrale nella strategia di Fatto in Calabria. Cosa significa per lei?
L’eccellenza è il cuore di quello che facciamo. In Calabria ci sono aziende che esistono da secoli e che hanno reso la nostra regione famosa nel mondo. Per me, l’eccellenza non è solo legata ai numeri o ai fatturati, ma alla qualità umana. Parlo di imprenditori che, ogni mattina, si alzano con l’obiettivo di fare bene, di costruire qualcosa di solido e duraturo. Per questo ho istituito un premio per le eccellenze calabresi, perché è giusto riconoscere e valorizzare chi contribuisce alla crescita della regione.
Parliamo di turismo. Come mai in Calabria si fatica a sviluppare un turismo che duri tutto l’anno?
Questo è uno dei problemi che mi sta più a cuore. La Calabria ha un potenziale straordinario, con il suo mix di mare e montagna, ma spesso ci mancano le infrastrutture e una visione a lungo termine. Prima di promuovere il nostro territorio, dobbiamo migliorare la viabilità e le strutture ricettive. Solo così possiamo puntare a un turismo di qualità, capace di attrarre visitatori non solo d’estate, ma durante tutto l’anno. È fondamentale che le amministrazioni lavorino insieme per creare le condizioni necessarie. Abbiamo un potenziale immenso, ma per sfruttarlo dobbiamo prima ottimizzare ciò che abbiamo.
Cosa suggerisce, quindi, per migliorare la situazione turistica?
Bisogna partire dalle basi: migliorare strade, infrastrutture e servizi. A volte ci perdiamo nelle cose più semplici, come la segnaletica. Se un turista si perde, si sente frustrato e non tornerà più. Oltre a questo, dobbiamo fare in modo che le strutture ricettive siano di alta qualità, come accade in altre regioni italiane. Solo così potremo alzare i prezzi e offrire un’esperienza turistica di livello superiore.
Un’ultima parola che mi ha colpito è “calabresità”. Cosa significa per lei?
La calabresità è l’essenza di tutto. È quel senso di appartenenza e di orgoglio per la nostra terra e le nostre tradizioni. Parlo di una calabresità produttiva, positiva e propositiva. In Fatto in Calabria, ho imprenditori che vanno dai piccoli artigiani a chi fattura milioni di euro. Quello che accomuna tutti è la volontà di fare bene, di rappresentare il meglio della nostra regione. La nostra missione è proprio questa: unire le forze per far emergere una Calabria più bella e produttiva.