Con il basamento arriverà ad oltre 6 metri e mezzo ed una volta fusa nel bronzo peserà quasi tre tonnellate e, comunque, troverà una sua prima collocazione/esposizione nella Valle dei solidi a Capo Colonna di fronte alla vecchia tonnara; Pitagora, così, ritornerà a Crotone.

Ora l’imponente opera di Gaspare Da Brescia è in un laboratorio in pieno centro storico, fino al 15 gennaio è possibile visitare Kosmos 23, evento/incontro con cui, la Nuova Scuola Pitagorica, sta presentando un vero e proprio progetto culturale con cui, l’artista crotonese di nascita ma internazionale per vocazione e riconoscimento, sta dando vita alla statua di Pitagora.

L’artista, assieme alla città ed ai suoi visitatori, parla, cesella, scioglie e graffia in un “divenire” non solo artistico. E mentre si sta interloquendo con l’amministrazione comunale per far trovare a questa opera, definitiva collocazione anche all’interno del progetto Antica Kroton, registriamo le prime grandi soddisfazioni: «Sono i crotonesi che stanno dando vita, in questi giorni, ad un atto di civiltà e partecipazione – ci racconta Gaspare da Brescia – il loro contributo, anche economico, dimostra che, al di là delle classifiche, qui c’è ancora voglia di riconciliarsi con il paesaggio, con la propria storia millenaria».

Crotone è dunque pronta per entrare nella contemporaneità e nella prognosi futura; dopo aver già girato su se stessa, la statua di Pitagora è ora visitabile nella sede della Nuova Scuola Pitagorica, sita in vico Municipio 1, all’interno c’è Kosmos 23, che è il titolo del laboratorio artistico «partecipato ed al servizio della Comunità per orientare e costruire».

L’opera è stata infatti prima assemblata con l’uso di argille locali sin da un anno circa all’interno di un vivaio all’entrata della città, poi è stata trasportata a Capo Colonna per permettere all’artista di cesellarla con la cera ed il profumo di quei luoghi sacri; ora, questo backstage, che è un luogo d’incontro, un invito a fermarsi, osservare, pensare e raccontare prima che la materia, con questa cera ancora plasmabile di fronte ai nostri occhi, passi attraverso il fuoco per divenire, attraverso il bronzo, forma e sostanza, anche dell’identità della Comunità. E quando gli chiediamo se sia possibile o pensabile che anche la fusione nel bronzo possa consumarsi a Crotone, l’artista si illumina: «Dico una sola sigla, ICC, Industrie Creative e Culturali, è l’Europa ad averla coniata ed a promuoverla – ci spiega Brescia – l’investimento che ci propone è quello di creare tutte le condizioni per creare impresa culturale, ed in questo caso creare una officina di fusione artistica rappresenterebbe anche potersi riconciliare con l’industria metallurgica di 70 anni che, al momento, fa i conti solo con i suoi scarti».

Siamo dunque pronti, Maestro, per il ritorno di Pitagora? «Non è un ritorno, è un guardarsi dentro; dentro il proprio paesaggio, la propria storia: per riscoprire quante straordinarie risorse e qualità abbiamo, da mettere a frutto per il benessere del paesaggio e per il benessere delle nuove generazioni».