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La novità è la presenza dei caschi blu del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Carabinieri appartenenti ad uno speciale contingente destinato alla salvaguardia di beni artistici e architettonici. Questi militari sono stati tra l’altro protagonisti del recupero di opere d’arte tra le macerie del terremoto del centro Italia.
C’erano anche loro, insieme alle autorità civili, militari e religiose, alla celebrazione della festa dell’arma organizzata alla Caserma Paolo Grippo di Cosenza dove, per l’occasione, è stata anche allestita una mostra sul tema “Tesori calabresi ritrovati”. «Si tratta di una task force di cui fanno parte anche due marescialli del TPC di Cosenza – spiega il capitano Carmine Gesualdo – specializzato negli interventi in caso di calamità.
In effetti, già in occasione del sisma nel Lazio e nell’Abruzzo dello scorso anno, sono intervenuti per mettere al sicuro diversi oggetti di pregio custoditi in edifici pericolanti. Va messo in evidenza il coraggio di questi uomini che non hanno esitato a mettere a repentaglio la propria vita pur di salvare opere del patrimonio culturale».
Il comandante provinciale Fabio Ottaviani ha sottolineato l’impegno quotidiano dei carabinieri a cui però occorre il supporto dello Stato, anche attraverso un adeguato impianto normativo che consenta di svolgere al meglio il loro compito di tutela dei diritti dei cittadini. «Il contesto non è semplice – sottolineato il colonnello Ottaviani – Il cittadino vuole sicurezza e noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di dare sicurezza e di operare nell’immediato.
Se invece le risposte arrivano forse dopo dieci anni, c’è il rischio che il cittadino perda fiducia e si rivolga a chi non deve rivolgersi. Per cui per riavere la macchina magari preferisce pagare il pizzo o se è un commerciante chiede sicurezza a chi non deve chiederla. Ecco perché la nostra azione deve essere sempre efficace, altrimenti perdiamo la sfida».
Salvatore Bruno