Nei seicento container diretti in Ucraina e bloccati da giorni sulla banchina del porto di Gioia Tauro «vi potrebbero essere derrate alimentari, forniture sanitarie ed altro materiale deperibile fondamentale per il popolo ucraino già martoriato dai primi giorni di conflitto: tutto ciò non può essere accettato». A dirlo in una nota Michele Conia, vicepresidente del movimento DeMa che fa capo a Luigi de Magistris.

I container, che avrebbero dovuto raggiungere il Paese diventato teatro di guerra, sono fermi all’interno del terminal del porto dal 24 febbraio. Non è stato chiarito il tipo di merce che contengono. A tal proposito, Conia chiede che «si verifichi la natura dei carichi attualmente fermi nei porti italiani e si trovino insieme alla diplomazia internazionale tutte le strade percorribili per garantire la continuità nella catena logistica alimentare ed umanitaria, quest’ultima messasi subito in moto in tutta Italia per raccogliere beni di prima necessità e che a sua volta, per non essere vana o tardiva, ha la necessità di corridoi rapidi e sicuri per una efficace e provvidenziale distribuzione».