VIDEO | Su impulso della Uil Calabria e dell'ufficio della consigliera di Parità della Città Metropolitana anche in riva allo Stretto l'iniziativa di sensibilizzazione volta a scardinare i pregiudizi
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Si può, davvero, in uno Paese civile, affrontare il dramma dello stupro con la domanda “Com’eri vestita?”.
Pone questo interrogativo, la mostra itinerante nata all’interno di un progetto promosso dall’università dell’Arkansas un decennio fa e che ha già girato molto in Italia. Ispirata al poema “What I was wearing” di Mary Simmerling, l'istallazione racconta storie di violenza sessuale attraverso i vestiti che le donne indossavano quando hanno subito la violenza. «Come eri vestita? Mi hanno fatto questa domanda un sacco di volte. Mi hanno costretto a ricordare un sacco di volte».
Ideata da Jen Brockman, direttrice del centro per la prevenzione e l’educazione sulle aggressioni sessuali presso l’Università del Kansas, e da Mary A. Wyandt-Hiebert, direttrice delle iniziative di programmazione del Centro di educazione contro lo stupro presso l’Università dell’Arkansas, negli Stati Uniti ha iniziato ad essere esposta nel 2014. Alcuni anni dopo, Libere Sinergie ha sviluppato un progetto italiano che è ancora itinerante in tutta Italia.
L'iniziativa di sensibilizzazione volta a scardinare i pregiudizi che ancora ostacolano la piena presa di coscienza della gravità e dell'offensività della violenza sulle donne, adesso approda anche a Reggio su impulso della Uil Calabria e del suo coordinamento Pari opportunità, in collaborazione con Libere Sinergie, Sudest Donne e ministero del Lavoro. L’iniziativa si pregia del patrocinio dell’ufficio della Consigliera di parità della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Dopo la tappa alla galleria di palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, da domani e fino a venerdì 31 gennaio dalle ore 9 alle 17, in collaborazione con il comitato Pari opportunità del consiglio dell’ordine reggino degli avvocati, la mostra sarà esposta presso il tribunale nell’androne del Cedir.
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