Chi sale e chi scende questa settimana: su la cosentina Veltri e Tansi, giù Majorino e Cuperlo

La cosentina presidente di Di.Re - Donne in Rete contro la violenza, è finita sul palco del Festival di Sanremo con Chiara Ferragni. Antonella ha spiegato che bisogna abbattere i luoghi comuni che rafforzano il senso di vergogna, tipo «perché non l’hai lasciato prima?», «perché sei rimasta così a lungo con lui?». Domande che invece bisognerebbe fare ai calabresi quando vanno a votare.

La compagna di Pippo Inzaghi continua a metterci la faccia e le braccia nelle campagne di civiltà rivolte ai cittadini e ai giovani. Oltre 1000 studenti hanno risposto al suo appello ripulendo l’area del Lido e il rione Marconi. «Basta un po’ di volontà»: un messaggio a chi dovrebbe tenere pulita la città e dimostra che quando manca la volontà manca anche la capacità di arrossire.

Commentando a Dopo la Notizia la tragedia che si è abbattuta su Turchia e Siria, il geologo ha spiegato che «il terremoto non uccide, sono le case costruite male che crollano e uccidono». Accanto a palazzi rimasti in piedi, altri si sono sbriciolati. Incrociamo le dita per quello che potrebbe succedere in Calabria, anche se qui i terremoti più temuti sono quelli provocati da Gratteri.

Il candidato alla presidenza della Regione Lombardia ha dichiarato: «La Lombardia non è la Calabria, qui c’è un sacco di gente che si dà da fare». Un’affermazione stupida, tant’è che Occhiuto gli ha dato del «cretino», aggiungendo «va a lavurà», provocando un attimo di panico tra i dipendenti regionali della Cittadella di Germaneto che pensavano che l’invito fosse rivolto a loro.

Invece di glissare sugli attacchi dei cuperliani calabresi, che contestano tutto e tutti (pure Cuperlo stesso) il presidente della commissione congressuale di Cosenza ha detto che anche nel Pd locale è finito il tempo del “amici degli amici”, offrendo nuovi argomenti polemici agli avversari. Giuseppe, qui amici degli amici non ce ne sono. Nel Pd calabrese troviamo solo amici dei nemici.

Dopo che Mario Oliverio - a cui il Pd ha negato la tessera - lo ha strigliato pubblicamente, per non fare una magra figura il candidato alla segreteria ha scritto a Letta, protestando e parlando di «partito chiuso». Caro Cuperlo, per dirla alla Crozza, non è che se ti metti ora il cappello da Napoleone la Corsica tornerà a essere italiana. Pure se aprono il partito, le chiavi non te le danno.