VIDEO | La Calabria è una delle tre regioni scelte per la grande simulazione utile a testare le procedure e i sistemi da attivare in caso di emergenza. E alcuni abitanti del piccolo centro del Cosentino ricordano i tragici giorni del marzo 2005: «Abbiamo visto le case crollare, è stato terribile»
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Sembra tutto vero, perché lo è. Vero è quello che è accaduto qui nel 2005, quando una frana ha travolto la quotidianità di Cavallerizzo, seppellendola per sempre sotto le macerie sulle quali ancora oggi, a sedici anni di distanza, si è costretti a camminare per visitare quel che resta di questa frazione di Cerzeto, comune di 1.300 anime del Cosentino.
Uno dei due ingressi è una strada franata, una trappola continua per piedi incauti. «Qui passava la processione, le luci della festa illuminavano il percorso. Era bello», ricorda con più di una punta di nostalgia Lucia Rizzo, cittadina di Cerzeto che ci guida tra i vicoli ormai muti del paese fantasma.
L'esercitazione a Cavallerizzo
Lo scenario tristemente ideale, quello di un’emergenza mai realmente finita, per simulare delle attività di soccorso in eventi estremi. Una scelta naturale, dunque, quella del Corpo dei Vigili del fuoco di condurre proprio qui una delle esercitazioni nazionali programmate in tre regioni – Calabria, Veneto e Friuli Venezia Giulia – dall’8 al 12 novembre per testare le procedure e i sistemi da attivare in caso di emergenza.
«Si tratta di attività addestrative estremamente importanti – spiega Maurizio Lucia, direttore regionale dei Vigili del fuoco – perché si consolidano conoscenze e si sperimentano sul campo assieme alle procedure organizzative ed è fondamentale farlo in tempo di pace altrimenti non si può pretendere poi quando c’è una vera emergenza di avere un’attività ottimale. Qui c’è un sito che naturalmente si presta a tutto ciò perché è stato trasformato dalla vulnerabilità del territorio da centro abitato a un centro morto sotto il profilo urbanistico ma sotto il profilo didattico assolutamente interessante perché consente di effettuare su scala reale tutta una serie di manovre».
Due giorni di mobilitazione, oggi e domani, che vedono protagonisti anche i comuni limitrofi di San Martino di Finita e Mongrassano, oltre alla frazione San Giacomo di Cerzeto. Un dispiegamento di forze di circa 150 unità dei Vigili del fuoco, provenienti oltre che da tutta la Calabria anche da Toscana, Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Piemonte. Con loro la Croce Rossa, la Protezione civile e i volontari degli Angeli della Sila e del Dart (Disaster assistance response team).
Un’attività mirata anche a testare alcuni strumenti innovativi come “Prometheus”, un sistema informatizzato di gestione e condivisione dei dati in situazioni di emergenza.
Gli interventi messi in campo sfruttano l’alleanza tra l’uomo con la sua tecnologia e l’animale. Così, prima i droni individuano i crolli dall’alto, poi i cani dei Nuclei cinofili grazie al loro fiuto rilevano la presenza tra le macerie di persone da trarre in salvo, infine le microcamere studiano gli anfratti per organizzare al meglio i soccorsi da prestare. Una lunga fase di preparazione, coordinata e portata avanti con grande precisione – perché in certe situazioni nulla può essere lasciato al caso – dalle squadre Usar (Urban search and rescue), professionisti nella ricerca e nel soccorso in ambito urbano.
La frana del marzo 2005
A rivivere la frenesia dei giorni drammatici di quel marzo 2005 che ha sfregiato il volto di Cavallerizzo e stravolto la vita dei suoi abitanti, anche alcuni cittadini di Cerzeto che hanno preso parte in qualità di “vittime” all’esercitazione e il sindaco di Cerzeto, Giuseppe Rizzo. «Il nostro comune – dichiara – è stato scelto per la peculiarità della vecchia Cavallerizzo ma non solo, perché il territorio di Cerzeto si presta a questo tipo di simulazione. Ringrazio il Corpo dei Vigili del fuoco, la Croce Rossa, la Protezione civile e tutti i volontari che stanno dando una mano».
I passi, le urla, l’abbaio dei cani, le eliche dell’elicottero fendono l’aria e il silenzio di questi luoghi. Ma più di tutto a fare rumore, tra i portoni spalancati a mostrare senza pudore quello che un tempo è stato intimità e famiglia, sono le parole di Lucia: «Mi ricordo quando è successo, mia cugina mi ha svegliato per dirmi che il paese stava venendo giù. Ci siamo affacciati da un muretto – dice indicando il centro abitato di Cerzeto, dall’altra parte della vallata dove è visibile anche la new town – e abbiamo visto le case crollare e la polvere che si alzava. È stato terribile».