VIDEO | Le volontarie incassano la volontà dimostrata di trovare una soluzione ma vanno dritte al punto: «Abbiamo bisogno di azioni concrete, non dell'ennesima legge promulgata l'8 marzo o il 25 novembre»
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Qualcosa si muove nell'ambito della vicenda relativo alla chiusura del Centro Antiviolenza "Roberta Lanzino". Come dichiarato dalla vicepresidente Chiara Gravina è arrivata un'apertura da parte del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. «C'è una volontà politica di trovare una soluzione», ha dichiarato Gravina in conferenza stampa. Una volontà che però non toglie, secondo la vicepresidente del Centro, le responsabilità della chiusura dalle spalle dell'ente. «Il tutto è successo nell'indifferenza della Regione, proprietaria di questi stabili. Nessuno - dice Gravina - si è degnato di avvisarci che saremmo dovute andar via».
La notizia che il Centro dovesse abbandonare i suoi locali storici era arrivata con l'interruzione improvvisa della corrente nei giorni scorsi. Subito la città si era mobilitata, mostrandosi al fianco del Centro. La ricerca spasmodica di soluzioni, la conferenza stampa che ha portato alla presa di posizione dell'intera area bruzia. Addirittura l'Unical aveva proposto delle possibilità alternative alla sede di via Fagiani. Possibilità che, però, non soddisfano le necessità del centro. «C'è un discorso di territorialità - ha spiegato la vicepresidente, Chiara Gravina - e poi ci sono dei criteri strutturali da rispettare».
«Ecco quali sono i criteri necessari»
Il Centro Lanzino, essendo pubblico servizio, deve innanzitutto rispettare criteri di accessibilità. «La struttura deve avere tutto ciò che serve per le persone con disabilità». Ci sono poi i criteri più specifici. «Le donne devono essere accolte in stanze dedicate. L'ascolto telefonico ha bisogno di un altro ambiente dedicato. C'è una sala riunioni che deve essere schermata dall'ingresso delle donne che arrivano al centro per tutelare a 360 gradi il loro anonimato». Ovviamente non manca la questione legata alla territorialità. «Ringraziamo per tutte le offerte di aiuto e soluzioni che ci sono arrivate - spiega Gravina - ma è importante restare su Cosenza».
Questo perché è il capoluogo di Provincia, facilmente raggiungibile. «Questo garantisce l'accessibilità alle donne e garantisce un servizio che abbiamo da sempre erogato in questo territorio». Nella conferenza sulla chiusura del Centro "Lanzino", Gravina non ha poi risparmiato alcune stilettate alla Regione e al Governo. «A noi non serve l'ennesima legge ad hoc l'8 marzo o il 25 novembre. Sono leggi vuote, quando poi accadono queste cose. A noi serve che la Regione faccia qualcosa». E qualcosa sembra essersi mosso, vista la disponibilità data da Occhiuto a cercare una soluzione.