Continua nelle aule giudiziarie la battaglia legale dell’ex polo oncologico di Catanzaro, chiuso ormai da due anni, e i suoi creditori. L’Inps ha infatti depositato nei giorni scorsi, in qualità di creditore dell’ex Fondazione Campanella, un ricorso in Cassazione opponendosi all’omologazione del concordato preventivo. L’Istituto per la previdenza sociale ha così deciso di continuare in solitaria una battaglia legale per vedersi riconosciuti i crediti che fino al secondo grado di giudizio era stata condotta di comune accordo con l’Università Magna Grecia di Catanzaro e con l’avvocato Anselmo Torchia nella sua qualità di presidente dell’ex polo oncologico. Il commissario liquidatore dell’ex struttura sanitaria nominato dal Tribunale, Andrea Bonifacio, aveva infatti avanzato richiesta per il raggiungimento di una transazione per ripianare i debiti a cui però i suoi creditori si sono opposti fin dall’inizio. L’Inps ha infatti deciso di impugnare la sentenza avversa emessa dalla Corte d’Appello nell’ottobre del 2016 con la quale i giudici non solo hanno rigettano la richiesta ma hanno condannato a pagare le tre creditrici le spese legali: l’università Magna Grecia è stata condannata al pagamento di 47mila euro, l’Inps a sostenere le spese per un valore di 37mila euro e l’avv. Anselmo Torchia al pagamento di 16mila euro, per una somma del valore complessivo di 100mila euro da liquidare a vantaggio della Fondazione Campanella.

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I lavoratori attendono i pagamenti da due anni

La vicenda giudiziaria si inserisce in un più ampio contesto legato alla liquidazione degli stipendi dei 264 lavoratori che fino all’ultimo giorno nel polo oncologico hanno prestato servizio. L’Inps è infatti l’ente che per legge deve versare ai dipendenti le tre mensilità arretrate e il trattamento di fine rapporto. Le somme, superiore ai cinque milioni di euro, a distanza di due anni dalla chiusura dell’ex polo oncologico non sono state ancora versate. Nei giorni scorsi la filiale territoriale di Cosenza ha iniziato ad erogare le risorse mentre le sedi di Soverato, di Vibo Valentia e Catanzaro non si sono ancora uniformate. La circostanza ha destato preoccupazione tra gli ex dipendenti in attesa da oltre due anni di vedersi riconosciuti le mensilità arretrate. E la decisione dell’Ente di ricorrere in Cassazione per opporsi all’omologazione del concordato preventivo non fa ben sperare. È infatti presumibile che L’Inps voglia attendere l’esito di una sentenza definitiva prima di erogare in maniera totale le somme.

 

 

La diffida dell’avvocato Pitaro all’Inps

Ieri l’avvocato Francesco Pitaro, nell’interesse di numerosi ex lavoratori della Fondazione Campanella ha notificato una diffida all’Inps nazionale, all’Inps Calabria e alle sedi territoriali calabresi a procedere al pagamento del trattamento di fine rapporto e delle tre ultime mensilità attingendo al fondo di garanzia. “L’Inps di Cosenza – scrive il legale - ha proceduto al pagamento con una evidente disparità di trattamento tra i lavoratori, per i quali è territorialmente competente Cosenza, e tutti gli altri lavoratori per i quali sono competenti le altre sedi dell’Inps. I lavoratori, pertanto, per il tramite dell’avvocato Francesco Pitaro hanno diffidato l’Inps nazionale, l’Inps Calabria, l’Inps di Catanzaro, l’Inps di Soverato, l’Inps di Lamezia Terme, l’Inps di Vibo Valentia e l’Inps di Cosenza a procedere, entro e non oltre sette giorni dal ricevimento del presente atto, al pagamento, in loro favore, attingendo al fondo di garanzia, del trattamento di fine rapporto e delle tre ultime mensilità.

 

Luana Costa