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Campania, Sicilia e Calabria si collocano in coda alla graduatoria delle regioni "più sfiduciate" dalle organizzazioni sindacali. Al contrario, sul podio delle regioni a maggiore appeal sindacale si posizionano Emilia Romagna, Liguria e Veneto. Il dato emerge da un’indagine di Demoscopika sulla fiducia dei lavoratori in Cgil, Cisl e Uil.
Sindacati in deficit di popolarità. E’ quanto emerge da uno studio di Demoscopika, che ha analizzato la situazione, sul fronte iscrizioni, delle tre maggiori sigle sindacali italiane, ovvero Cgil, Cisl e Uil, nel biennio 2013-2015 . Le tre sigle, a livello nazionale, perdono 100.000 iscritti ogni anno. Ma la performance peggiore la ottengono nelle regioni del Mezzogiorno. In coda alla classifica delle più sfiduciate Campania, Sicilia e Calabria. Agli antipodi, le regioni storicamente sindacalizzate come l’ Emilia Romagna, seguita da Liguria e Veneto.
Ma torniamo alle nostre latitudini. Bisogna dire che in una regione terra di vertenze infinite, in cui il tasso di disoccupazione giovanile è superiore al 65%, qualcosa, nell’azione dei sindacati evidentemente non ha funzionato. La meno fiduciosa nei riguardi del ruolo svolto dalle sigle sindacali si è dimostrata la Campania che ha totalizzato complessivamente solo 67,3 punti, seguita a ruota da Sicilia e Calabria, rispettivamente con 76,8 punti e con 82,3 punti.
La sfiducia tuttavia dilaga anche nel centro Italia. Nell'area caratterizzata dal minor indice di gradimento per i sindacati, oltre alla Puglia, fanno il loro ingresso anche Abruzzo e Molise. Nella nostra regione, nel biennio 2013 2015, la triplice Cgil, Cisl e Uil ha perso 12.306 tesserati. Un dato sul quale dovrebbero riflettere prima di tutto le stesse organizzazioni sindacali, che evidentemente non sono riuscite a soddisfare a pieno le richieste dei lavoratori.