VIDEO | Il progetto faraonico che avrebbe permesso un collegamento Jonio-Tirreno con un’arteria a scorrimento veloce è fermo ormai da anni. Un tavolo tecnico con MIT, Anas, Regione e Città Metropolitana guarda adesso al ripristino del vecchio tracciato
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Un’incompiuta ormai storica, un ingente sperpero di denaro pubblico, un imponente viadotto lungo un chilometro ormai abbandonato a se stesso. È ciò che rimane del faraonico progetto della Bovalino-Bagnara, strada a scorrimento veloce che avrebbe dovuto collegare il versante ionico e quello tirrenico. Un’infrastruttura completata per soli 900 metri, inaugurati nel 2012 e utili a bypassare l’abitato di Platì. Poi lo stop, quando si è capito che i nuovi piloni del viadotto in costruzione sulla fiumara erano stati realizzati in zone soggette a dissesto idrogeologico.
La Bovalino-Bagnara con 8 svincoli, 4 innesti, 23 viadotti, 3 gallerie naturali ed anche 11 gallerie artificiali avrebbe dovuto rappresentare l’alternativa veloce alla vecchia Strada Statale 112, attuale SP2. Proprio quest’ultima è adesso oggetto di attenzione da parte delle istituzioni, con la riunione nei giorni scorsi di un tavolo tecnico composto da rappresentanti di Anas, Regione, Città Metropolitana e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al fine intervenire sulla messa in sicurezza e la riapertura di alcuni tratti completati, ma da tempo inibiti alla circolazione per situazioni di rischio dovute a fenomeni franosi.
A seguito del confronto tecnico è emersa la necessità di redigere un nuovo documento progettuale di fattibilità, che Anas e la Città Metropolitana faranno avere al MIT al fine di individuare gli interventi da porre in essere e le risorse necessarie per aprire tutti i tratti già completati ma chiusi al transito veicolare.
«È importante, senza alcun dubbio, che le opere si inizino e si completino - ha commentato il sindaco di Platì Rosario Sergi - nelle more però è necessario garantire la viabilità interna. Un’opera non esclude l’altra. Ritengo che nel breve periodo, anche per dare speranza a questi territori fortemente penalizzati, si debba intervenire sulla strada esistente, poi si potrà verificare quali sono le forme di finanziamento reperibili, anche a livello di fondi europei. Sono fiducioso - ha spiegato Sergi - perché vedo un forte interesse del territorio affinché questa arteria venga ripristinata».
In merito al viadotto abbandonato che costeggia il comune di Platì, il primo cittadino ha poi aggiunto: «Se, come noi pensiamo, questo tavolo tecnico da qui a un mese porterà alla decisione di finanziare la messa in sicurezza della SP2, questa semi-opera che è stata effettuata per la strada di grande comunicazione potrebbe rappresentare la tangenziale di Platì e renderebbe la percorrenza della SP2 più veloce. Quindi anche riprendere questa infrastruttura, non lasciarla abbandonata e renderla funzionale alla messa in sicurezza della SP2, rappresenterebbe un motivo in più per acceleare le attività progettuali e di finanziamento dell'opera».