La Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto la domanda di riparazione per ingiusta detenzione presentata da un residente di Buonvicino tramite il suo avvocato, Italo Guagliano, in esecuzione di un provvedimento di carcerazione emesso oltre dieci anni dopo la condanna. L’uomo, nel 2011, era stato condannato definitivamente a due anni e sette mesi di reclusione per lesioni personali e abuso dei mezzi di correzione. Tuttavia, all’atto dell’arresto, avvenuto nel 2023, la pena era ormai già estinta. 

L'indennizzo per ingiusta detenzione è di circa 7mila euro. Si tratta di un caso molto raro. Difatti, solitamente i risarcimenti per ingiusta detenzione si verificano nei casi particolari in cui il soggetto detenuto in via cautelare viene poi assolto alla fine del processo. In questo caso, l'ingiusta detenzione viene riconosciuta anche in presenza di una condanna definitiva.

I fatti

Un uomo residente a Buonvicino, un artista di strada oggi 50enne, viene coinvolto in una rissa e finisce a processo. Nel 2010 viene condannato a due anni e sette mesi di reclusione per lesioni e abuso dei mezzi di correzione e pochi mesi dopo, nel 2011, la procura emette un'ordinanza di carcerazione. Giacché la pena è inferiore ai tre anni, l'allora avvocato avrebbe potuto richiedere l'applicazione di una misura alternativa, ma non lo fa. Passano i canonici trenta giorni e non succede nulla. Sostanzialmente, la procura dimentica di eseguire l’arresto. L'uomo, un bracciante agricolo residente a Buonvicino, aspetta la sua sorte in silenzio. Lo arrestano soltanto l'8 febbraio del 2023, dodici anni dopo, e viene trasferito nel carcere di Paola. Qui incontra per caso il nuovo avvocato, Italo Guagliano, a cui racconta la sua storia. Il legale si accorge subito dell'errore e si attiva. Con ordinanza del 18 aprile 2023, il Tribunale di Catanzaro accogli l’istanza e dichiara l’estinzione della pena, disponendo l’immediata scarcerazione del detenuto. Poi, l'avvocato Guagliano, dopo un approfondito studio, prepara l'iter per la richiesta di un indennizzo per ingiusta riparazione del suo assistito e lo ottiene, con grande soddisfazione.

Le dichiarazioni dell'avvocato

«È un risultato di grande importanza – ha dichiarato l’avvocato Italo Guagliano – perché riafferma il principio di legalità nell’esecuzione della pena, richiamando l’attenzione su come eventuali negligenze o omissioni da parte dell’autorità preposta non possano in alcun modo gravare sul condannato. Il sistema non può consentire la minaccia perpetua di una pena: se lo Stato resta inerte per troppo tempo, perde il diritto di punire e ha il dovere di indennizzare nel caso in cui decida comunque di esercitare il potere punitivo.

Questo caso – evidenzia l’avvocato – oltre a porre in evidenza le responsabilità legate alla corretta e tempestiva esecuzione della pena, consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza: l’indennizzo per ingiusta detenzione deve essere riconosciuto non soltanto quando a una misura cautelare segua una sentenza di assoluzione, ma anche nei casi in cui in cui la detenzione si verifichi in forza di un provvedimento esecutivo divenuto, per tardività e inefficacia, contrario alla legge».