Il pittore calabrese Giuseppe Barilaro, in attesa di una serie di mostre internazionali, esporrà da sabato 22 marzo 2025 alla Sala delle Grasce, Centro Culturale "Luigi Russo" di Pietrasanta (LU) in Versilia.
Un appuntamento culturale prestigioso per il giovane artista calabrese che si sta sempre più affermando a livello nazionale. Alla vigilia della mostra ha deciso di far sapere da LaC che una sua scultura «ancora non è pronta perché deve essere stampata dal robot meccanico».


Una cosa piuttosto curiosa: «Questa frase, apparentemente semplice, racchiude un profondo significato che va oltre la mera attesa di un'opera d'arte. È una forma di protesta contro l'arte della digitalizzazione e l'industria della scultura, un grido di allerta su come la tecnologia stia trasformando il nostro modo di creare e percepire l'arte».


L’artista calabrese è fortemente convinto che «in un mondo in cui i robot e le macchine stanno assumendo sempre più il controllo dei processi creativi, ci si chiede: dove finisce l'umanità in tutto questo? La scultura, tradizionalmente un'espressione tangibile della creatività umana, rischia di diventare un prodotto sterile, privo di emozione e di quel tocco personale che solo un artista può infondere. La mia scultura, in attesa di essere realizzata, diventa così un simbolo di questa lotta».

E poi lancia una provocazione: «Venderò la mia scultura a 10.000.00 euro».


A questo punto Barilaro chiama in campo noi de LaC News24. E ci fa un regalo. Ecco il suo racconto e un suo fantastico colloquio con l’opera che non c’è. Vi presento l’opera in attesa di essere stampata da un braccio meccanico. Scultura di marmo: creazione di un robot, priva di anima e vita.

Prima di iniziare il racconto, mi siedo, fumo la mia sigaretta, leggo qualche pagina e poi…


Io: Che meraviglia e che tristezza. Sei così bella, eppure così... vuota. Ti hanno creato con precisione, ma dove sei tu? Dove è la tua anima?

Scultura di marmo: (voce eterea, quasi un sussurro) Non ho anima, Giuseppe. Sono solo un insieme di forme e linee, plasmata da un braccio meccanico. Non ho vissuto, non ho sentito. Sono solo un'ombra di ciò che avrei potuto essere.

Io: Lo so, lo so. L'arte dovrebbe parlare, dovrebbe emozionare. Non può essere solo un prodotto di un algoritmo. Eppure, sei qui, davanti a me. Sei una testimonianza di ciò che siamo diventati.

Scultura di marmo: (con tono avvilito) Ma io non sono un testimone. Sono un errore, un fallimento. Creata da un computer, non posso mai essere considerata vera arte. Sono solo un'opera in attesa di essere stampata.
Io: "Opera in attesa di essere stampata". È così che ti vedono sai? come un semplice prodotto, qualcuno ancora non lo sa, altri pensano che tu sia stata lavorata a mano. Ma io voglio che il mondo veda la tua bellezza, anche se non hai vita. Voglio che sentano la tua tristezza.

Scultura di marmo: Ma cosa può fare un uomo contro la fredda logica di una macchina? La mia esistenza è un monito, non un trionfo.

Io: Non lo accetterò! La tua bellezza merita di essere celebrata. Anche se sei stata creata da un robot, tu sei qui, e voglio darti voce. Vogliamo un'arte che parli di emozioni, non solo di precisione!

Io: Oggi, non esporrò solo una scultura. Esprimerò una denuncia. Un grido contro l'assenza di umanità nell'arte. E tu, mia cara, sarai il simbolo di questa lotta, senza essere mai nata.

Scultura di marmo: Forse, se anche solo una persona sentirà la mia storia, non sarò più solo un'opera in attesa di essere stampata.
Io: Esatto.

Infine le conclusioni di Barilaro:
«Mentre il braccio meccanico continua a lavorare con precisione e rapidità, il vero valore dell'arte si rivelava nel tocco imperfetto dello scultore. Ogni colpo di scalpello, ogni sfumatura di emozione che trasmetteva nel marmo, raccontava una storia unica, una storia di vita e di passione. La macchina, per quanto avanzata, non può replicare quel legame profondo tra l'artista e la sua opera. In conclusione, ricordiamo che la tecnologia può aiutarci e semplificare il nostro lavoro, ma è l'umanità, con le sue imperfezioni e la sua creatività, a dare vita e anima a ciò che creiamo. È nel calore delle mani e nel battito del cuore che troviamo la vera essenza dell'arte».