Nei mesi scorsi la chiusura del negozio di generi alimentari. Improvvisamente sembrava tutto più triste, aumentando quel senso di abbandono che avvolge sempre più i piccoli comuni. Castelsilano, poche centinaia di residenti, un’altitudine di 900mt sul livello del mare (minima: 72 metri, massima: 950, escursione:878 mt.) viene definito la Terrazza della Provincia di Crotone che significa abbracciare con lo sguardo l’intero Marchesato, la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura stratificata ricca di secoli, miti e leggende. Una sensazione palpabile solo a Castelsilano, che sta in alto, proprio in cima allo storico marchesato crotonese, ai piedi della Sila, sin da quando la montagna finisce e lentamente scivola verso il mare.

Ai piedi di Castelsilano una grande vallata, l’alta Valle del Neto, tanti piccoli comuni in pieno spopolamento, la fuga dei giovani verso il Nord. Rimangono solo gli anziani, con il cuore pieno di tristezza e di nostalgia.
In un piccolo piccolo paese come Castelsilano, ogni attività commerciale ha la sua importanza. Ognuna di esse rappresenta una speranza, soprattutto per quei residenti impossibilitati a raggiungere altri comuni per fare la spesa. La maggior parte dei piccoli comuni calabresi sta perdendo i servizi vitali: chiudono le farmacie, perfino le caserme del carabinieri, le scuole, i rifornimenti di carburante.
Ma da Castelsilano arriva un piccolo eppur straordinario segnale, insieme alla convinzione che è possibile “R-ESISTERE”. Basta crederci. Ketty ed Antonello sono la prova di ciò.

Il negozio di generi alimentari era stato avviato dal nonno di Antonello negli anni ‘40 del ‘900. Poi il nonno andò in pensione e il negozio passò al figlio Salvatore, che lavorava in un comune vicino. Poi lo zio ha chiuso perché la moglie che gestiva il negozio è giunta all’età della pensione. Per gli abitanti di Castelsilano fu un nuovo colpo al futuro di questa piccola comunità.
Antonello e la sua ragazza che avevano un lavoro piuttosto precario a Crotone, hanno deciso di mettersi in gioco e di ridare una nuova vita al negozio del nonno. Così proprio ieri è stato inaugurato il negozio e Ketty ne è la titolare, una cosa che ha portato una certa gioia nel piccolo paese.

I due ragazzi hanno deciso di provarci, scendendo direttamente in campo.
Hanno deciso di riaprire seguendo l’esempio del nonno, continuano quello che per decenni ha fatto con tanta passione e impegno, sfidando i tempi buoni e quelli cattivi, i rischi e le opportunità.

Dice Antonello: «La mia sarà stata anche una questione affettiva, ma con la mia ragazza abbiamo pensato di provarci, considerando anche che il lavoro che facciamo da 16 anni, non ha un futuro non è roseo (siamo entrambi dipendenti parte/time dell'Abramo Customer Care, in procedura fallimentare da oltre un anno). Ma soprattutto a spingerci è stata la nostra convinzione di restare in paese. La possibilità di dare ancora una occasione di futuro a questa piccola comunità».
Il negozio fa parte della storia del piccolo paese, e porta il nome delle origini: "A Putiga e Totu” -dal 1949. Ketty sarà sempre presente e pronta ad accogliere tutte le richieste della comunità.
«Ce la metteremo tutta, perché non è giusto che tutti se ne vadano via. Non possiamo far morire la nostra storia, cancellando secoli di tradizioni e cultura locale».

Castelsilano fino al 1950 portava il nome di Casino di Calabria. Racconta la leggenda che toponimo "Casino" sarebbe legato a un casino di caccia fatto erigere dal principe di Cerenzia, Scipione Rota, in seguito a una contesa fra due feudatari confinanti: il duca di Verzino e il duca di Caccuri.
Franco Laratt