Secondo alcuni storici, furono delle famiglie spagnole a portare qui verso la fine del Seicento una antichissima tradizione della penisola iberica. Otto le statue che raffigurano i momenti salienti della Passione di Cristo
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A Caulonia è il giorno del Caracolo, la tradizionale cerimonia del Sabato Santo che da secoli si celebra nell’antica Castelvetere. Otto statue portate in processione, raffiguranti i momenti più importanti della Passione di Cristo. Il rito ha inizio quando le due arciconfraternite cittadine (del Rosario e dell’Immacolata), in passato animate da un’accesa rivalità, con i propri confratelli vestiti di saio bianco e incappucciati con una corona di spine sul capo, si incontrano nel punto centrale del paese.
Dopo una lunga sfilata il corteo giunge in piazza Mese, il cui attraversamento richiede circa un’ora e dà luogo ad una serpentina, scandita dal suono delle raganelle, alla quale prendono parte, preceduti dalla banda, statue, fedeli, confratelli, aste, stendardi, croci e pennoni.
Dopo l’ingresso nella chiesa Matrice, il corteo si ricompone riattraversa una parte del paese e, arrivato in via Niutta si divide riformando i due gruppi che all’inizio l’avevano composto, ognuno dei quali fa ritorno alla rispettiva confraternita. Secondo alcuni storici, furono famiglie spagnole, trapiantate a Caulonia provenienti principalmente dalla Regione della Murcia e dall’area di Cartaghena a promuovere, alla fine del ‘600, l’avvento locale di una tradizione ultrasecolare nella penisola iberica. «Una processione strana e tragicomica – l’ha definita Davide Prota nel saggio “Ricerche storiche su Caulonia” –. Un tempo vi partecipavano tutte le classi sociali. E di Caracolo si parlava per tutto l’anno, or preparandosi pel futuro, or commentando il passato». Un antico culto, tra fede e memoria, vissuto con intensa spiritualità.