Logge agitate

Massoneria, la nomina del Gran Maestro calabrese del Goi finisce al Tribunale di Roma (che chiede le carte)

Il ricorso di tre “fratelli” messinesi sul tavolo di un giudice civile dopo la prima risposta del Goi. Continuano le polemiche sul voto che ha premiato Antonio Seminario

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di Pablo Petrasso
19 luglio 2024
14:53
Nel riquadro, Antonio Seminario
Nel riquadro, Antonio Seminario

Per il Grande Oriente d’Italia targato Calabria arriva la prima grana post-elettorale. Sono passati quattro mesi dalla nomina a Gran Maestro del Goi del rossanese Antonio Seminario, imprenditore nel ramo dei petroli che l’ha spuntata – dopo un percorso elettorale quanto mai denso di polemiche – su Leo Taroni. Era il 10 marzo 2024; il 12 luglio il Tribunale civile di Roma ha emesso un decreto con il quale chiede al Goi di consegnare le carte delle elezioni. L’atto, firmato dal giudice Lucio Fredella, sancisce un esito già ventilato appena concluso il voto: il passaggio della questione dal chiuso delle stanze massoniche alle aule dei tribunali.

Il Tribunale ha accettato il ricorso di sette massoni di Messina – sei della loggia La Ragione e uno della loggia Minolfi – che chiedono la consegna della copia conformo del decreto di proclamazione del Gran Maestro e della delibera del suo insediamento. Non è abbastanza per dire che l’elezione di Seminario è in bilico: di certo lo scontro nel Goi continua e, anziché placarsi, sale di livello.


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I dubbi attorno al voto vanno avanti da mesi, anche per via di una prima comunicazione che aveva dato Taroni come vincitore. Nulla di ufficiale: il conteggio delle schede e l’analisi dei verbali aveva sovvertito quella che era una fuga di notizie. Alcune preferenze, arrivate senza il talloncino anticorruzione, erano state depennate. Ora il Tribunale di Roma si dedicherà a una nuova analisi della situazione.

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Il Sole 24 Ore ricostruisce i passaggi del nuovo step giudiziario: le sollecitazioni sono partite il 23 ottobre dalla Sicilia, rivolte alla Gran Segreteria del Goi. La risposta è arrivata il 24 maggio, con la richiesta di prendere tempo, almeno un mese: «In conformità alla normativa vigente in materia si prega di voler precisare le ragioni sottostanti la richiesta». Linguaggio burocratico davanti al quale la risposta dei fratelli siciliani si è svolta in punta di diritto: «Il diritto azionato non è disciplinato dalla normativa per l’accesso agli atti amministrativi ma dagli articoli 2261 e 2476, secondo comma, applicabili per giurisprudenza consolidata anche alle associazioni non riconosciute» dallo Stato, quale è il Goi.

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Insomma, questo diritto «non è certamente condizionato dalla indicazione di alcuna ragione giustificatrice». Non restava altro da fare che ricorrere al giudice. La notizia rimbalza sui canali Telegram che raccontano lo scontro interno al Goi. Libero Muratore Channel spiega che «il decreto dovrebbe essere stato notificato il 17 luglio e il Goi avrà 10 giorni di tempo per consegnare gli atti in copia conforme. Se negati, se ne occuperà l’ufficiale giudiziario». L’iter, però, prevede anche il diritto all’opposizione nel termine di 40 giorni dalla notifica. Insomma, i tempi restano tutti da definire ma la strada è tracciata: delle tormentate elezioni del Goi si occuperà la giustizia ordinaria.

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