Giornata storica

La chiesa di Natuzza è diventata un santuario: alla cerimonia migliaia di fedeli da tutt’Italia. Il vescovo: «Gioia incontenibile»

VIDEO | Tra i presenti alla celebrazione eucaristica, molte autorità civili, politiche e militari e decine di sacerdoti e consacrati. Per la mistica di Paravati, che oggi avrebbe compiuto 100 anni, è in corso la causa di beatificazione 

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di Giuseppe Currà
23 agosto 2024
21:17

Oggi si è consumato uno dei giorni più belli della storia di Natuzza Evolo, la mistica con le stigmate di Paravati morta il primo novembre del 2009 in concetto di santità. La grande chiesa della Villa della Gioia, a circa due anni dalla sua apertura al culto e intitolazione al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, è stata elevata a santuario. Tra l’altro nel giorno in cui l’umile donna avrebbe compiuto i suoi 100 anni di vita. A farlo, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro.

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All’apposita cerimonia solenne hanno partecipato tantissimi pellegrini che si rifanno al carisma della Serva di Dio, giunti in questa sparuta terra di Calabria anche da altre regioni d’Italia. Alcuni anche a piedi, come nel caso dei fedeli giunti a Paravati da Gioia Tauro. Tra i presenti alla celebrazione eucaristica, molte autorità civili, politiche e militari e decine di sacerdoti e consacrati. E la festa è stata, indubbiamente, grande. In chiesa, ai primi posti, i due figli di Natuzza, Angela e Franco, con le rispettive famiglie, gli unici rimasti ancora in vita. Anna Maria, Antonio e Salvatore, invece, ci piace pensare che abbiano assistito all’evento dall’alto, tenuti per mano e teneramente abbracciati alla propria mamma e a papà Pasquale Nicolace. Di «gioia incontenibile» ha parlato nella sua omelia monsignor Nostro.


«Ho voluto con forza che questa chiesa consacrata da poco - ha affermato tra l’altro  - fosse il prima possibile elevata alla dignità di santuario, perché deve risuonare chiaro nel nostro cuore il messaggio che non siamo soli, orfani, figli di nessuno. Siamo, al contrario, figli di Dio, eletti, amati. Figli per i quali Dio ha dato Gesù, per i quali Maria ha consegnato suo figlio. In questo santuario - ha aggiunto - risuoni forte l’appello al Cuore di Maria, affinché ci renda coscienti del suo amore e ci conduca al cuore di Dio». Continua a leggere su Il Vibonese

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