Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
«Calabria Verde avrà un ruolo centrale nel grande progetto di sistemazione idrogeologica del territorio che stiamo mettendo in campo». Lo ha ribadito più volte, il governatore Mario Oliverio, durante il discorso conclusivo della riunione tecnica tenutasi ieri pomeriggio nella Casa della cultura di Locri, convocata e coordinata dal nuovo responsabile della Protezione civile Carlo Tansi per fare il punto sulla situazione a due settimane dal disastroso evento alluvionale che ha colpito la provincia di Reggio Calabria e i centri del versante jonico in particolare.
Ad investire l’azienda di questo ruolo di enorme responsabilità non è stato solamente il presidente della Regione, ma tutti i partecipanti, dallo stesso Tansi al presidente della Provincia di Reggio Giuseppe Raffa, passando per il segretario generale dell’Autorità di bacino Sebastiano Siviglia e i vari sindaci del comprensorio presenti al convegno, tutti concordi sul fatto che «Calabria Verde deve ritornare alla sua funzione originaria in quanto utilissima risorsa nella prevenzione del rischio idrogeologico».
Grazie ai quotidiani lavori di pulizia degli alvei dei torrenti da parte degli operai idraulico-forestali, infatti, è stato possibile limitare i danni causati dalla violenta alluvione che ha messo in ginocchio diversi paesi del Reggino e ridurre al minimo i casi di mortalità, così come d’altronde era successo a Rossano e Corigliano nello scorso mese di agosto, quando le due città calabresi dovettero affrontare una simile calamità. Azioni determinanti, come ha sottolineato Antonio Condelli, primo cittadino di Antonimina - comune che ha dovuto far fronte all’evacuazione di un’intera frazione - rimasto sorpreso «dalla qualità e dalla celerità con cui i tanto bistrattati operai di Calabria Verde hanno eseguito e continuano ad eseguire i lavori».
L’azienda in house alla Regione Calabria ha messo la sua esperienza al servizio della task force istituita dal capo della Protezione civile, «che ha gestito l’emergenza in modo equilibrato - ha commentato Tansi - grazie alla sinergia tra le forze presenti sul territorio, cosa che ha rappresentato il vero punto di rottura con il passato». Se oggi si è quasi tornati alla normalità, con il veloce ripristino della ferrovia, la riapertura della Ss 106 e la riparazione delle reti fognarie, permettendo di concentrarsi sulla ricognizione dei danni, lo si deve all’abnegazione, allo spirito di iniziativa e alla stretta collaborazione tra Enti coinvolti, Prociv, Autorità di bacino, sindaci, dirigenti e tecnici, che non si sono persi d’animo e coesi hanno aggirato gli inevitabili ostacoli burocratici.
«Una reattività diversa, anche rispetto ad altre zone del Paese - ha affermato un soddisfatto Mario Oliverio - che ha permesso di fronteggiare una emergenza non semplice e delle situazioni estremamente pesanti. Questa vicenda - ha proseguito il presidente della Regione - ha messo ancora una volta in evidenza la situazione del nostro territorio. Oltre venti anni di disattenzione, di mancanza di interventi hanno prodotto i danni attuali. Riteniamo di agire attraverso interventi ed un piano straordinario, a partire da una verifica sulle aste fluviali e quindi sui bacini, utilizzando risorse ordinarie e quelle che vengono dalla programmazione comunitaria. Dobbiamo lavorare a partire dalla sistemazione del territorio e dalle scelte che per esso facciamo. Chi pensa, attraverso gli strumenti urbanistici, di aumentare volumetrie, per fare un esempio, fa scelte sbagliate, un danno alla comunità. C’è bisogno di molto rigore e di guardare soprattutto alla riqualificazione». Un primo passo, com'è stato detto, potrebbe essere cambiare la legge regionale che vieta il prelievo del materiale in surplus negli alvei, proposta che Oliverio ha accolto su suggerimento di Tansi, che consentirebbe alle aziende di svolgere un lavoro utile e di essere “compensate” con lo stesso materiale.