È il Crotonese l'area più in crisi. Da giorni i tecnici sono impegnati in sopralluoghi lungo il tracciato per verificare l’eventuale presenza di allacci abusivi o perdite
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Un piano di emergenza che prevede anche la turnazione dell’erogazione dell’acqua per zone omogenee, allo scopo di garantire l’erogazione a tutti i comuni della Calabria centrale. È quello che si appresta ad elaborare la Sorical, società di gestione del servizio idrico calabrese, per tentare di fronteggiare la grave siccità che sta interessando, in particolare la Presila crotonese in crisi, lo schema acquedottistico che gravita intorno al fiume Lese. La portata dell’acqua è notevolmente diminuita sia a monte che a valle.
Nelle ultime ore, informa la società, la produzione dell’Ipot è scesa da 120 litri al secondo a 75 per via della mancanza di acqua grezza da potabilizzare, mentre le sorgenti hanno avuto un vertiginoso caso di produzione: da 130 litri al secondo a 70. Un calo, secondo Sorical, mai registrato negli ultimi anni.
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Da giorni i tecnici sono impegnati in sopralluoghi lungo il tracciato per verificare l’eventuale presenza di allacci abusivi o perdite, in modo da arginare la crisi, dal momento che le previsioni meteo, dopo mesi di insistente siccità, non danno scampo da qui a fine mese.
L’acquedotto Lese è uno dei più complessi della Calabria, serve un vasto territorio di comuni tra le province di Cosenza e Crotone. Il ramo nord i centri jonici situati a sud della provincia di Cosenza (Campana, Mandatoriccio, Scale Coeli, Pietrapaola, Terravecchia, Cariati Centro), il ramo sud serve invece i comuni del crotonese: Verzino, Umbriatico, Pallagorio, Cirò, Crucoli, Carfizzi, San Nicola dell’Alto, Melissa, Casabona, Belvedere Spinello, Strongoli, Rocca di Neto.