VIDEO | Sarà Legambiente a gestire il fondo di 100mila euro che la Regione destina alla cura e alla valorizzazione della riserva
Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
C'è chi lo chiama scippo, chi inadempienza; ma la legge regionale con cui il Consiglio estromette il Comune di Sersale dalla gestione della riserva naturale Valli Cupe sta diventando un vero caso politico. «È uno sfregio alla nostra comunità» - chiarisce il sindaco Salvatore Torchia. «A una comunità che ha costruito assieme dal basso questo fenomeno definito Valli Cupe». Era stato il consigliere regionale Domenico Tallini a impegnarsi a propugnare la causa delle Valli Cupe nell'assemblea regionale, elevata al rango di riserva naturale. Lo stesso Consiglio che a luglio ha approvato una nuova legge per esautorare dalla gestione il Comune di Sersale accusandolo di gravi inadempienze. «In pratica si è cacciato il Comune di Sersale dalla gestione delle Valli Cupe per sostituirlo con un privato».
È l'associazione Legambiente che riceverà al posto del Comune 100mila euro annui per la gestione della riserva ma il sindaco insorge lanciando l'accusa di una procedura poco chiara: «Il Consiglio che è la massima assemblea legislativa affida ad un privato senza alcun rispetto delle procedure ad evidenza pubblica per un servizio a rilevanza economica». Mentre resta sullo sfondo il retroscena politico di un vendetta consumata sulle spalle di una comunità per punire un sindaco prima di fede azzurra ma alle elezioni europee folgorato sulla via della Meloni. «L'importante funzione legislativa che viene attribuita ai consiglieri regionali svilita da ripicche e vendette».