"SalviAmo il mare": uno slogan non a caso con in mezzo un'A maiuscola, che rimarca la prima persona singolare di un verbo assai significativo, scelto dagli organizzatori di un'importante tavola rotonda tra cui l'associazione Mare Pulito " Bruno Giordano" - moderata dalla giornalista Rosalba Paletta - per mettere appunto in risalto l'amore che sta alla base della fondamentale tutela di uno dei beni più preziosi per qualunque essere vivente, uomo su tutti naturalmente. Che però, a qualunque latitudine, sembra dimenticarsene. E la Calabria non fa purtroppo eccezione.

Ecco allora che a parlare dello stato di salute di quella parte di Mediterraneo da cui è bagnata la regione, con lo Ionio a est e il Tirreno a Ovest, sono stati chiamati relatori d'eccezione tra cui il biologo marino Silvio Greco, il quale così apre l'atteso giro di interventi: «Il mare si abbassa anche in Calabria ogni anno di più e con la crescente siccità ciò che si rischia, alla luce dei tassi di vapore e umidità rilasciati nell'atmosfera, è il verificarsi di fenomeni estremi quali gli uragani, anche qui da noi. Ma sull'ecosistema marino influiscono pure temi come la depurazione, che si pensa non c'entrino alcunché. Un grave errore».

Microfono poi a chi il mare lo vive, ogni giorno, per lavoro. È il caso del comandante del porto di Crotone Vittorio Aloi. Che precisa: «Ci sono tanti comuni nella nostra giurisdizione e, credetemi, c'è una gestione poco omogenea anche su questioni quali i periodi di fine e inizio della stagione balneare. Al di là di tutto il nostro scrupolo nel far applicare le leggi si fonda sulle leggi repressive delle condotte illecite e sulla loro effettiva applicazione». 

Un parere inoltre viene dall'ingegnere Giovanni Laganà, autore del video Passione Mediterranea. Un ecologista che nelle sue immersioni nelle acque siciliane, essendo residente dell'isola, pur avendo la poco invidiabile opportunità di rinvenire oggetti e materiali come batterie, ceramiche e copertoni, divenuti elementi del complesso sistema della flora e dalla fauna sottomarina locale con un danno di proporzioni incalcolabili, ha anche la grande fortuna di imbattersi in scenari e fenomeni naturali mozzafiato.

Ma, tornando sul fronte della repressione, a essere protagonisti non possono che essere il generale dell'Arma Pietro Salsano: «Le operazioni che eseguiamo non le facciamo per sequestrare, denunciare o arrestare. Quella è un'inevitabile conseguenza. La nostra funzione è semmai pedagogica. Ma se il 40% delle installazioni, come i depuratori ad esempio, è fuori norma sembra di stare in una realtà simile alla dimensione raccontata al cinema in forma ironica da Cetto La Qualunque. Non solo si viola la legge, ma neppure ci si preoccupa di occultare le proprie malefatte. Dai controlli eseguiti finora, insomma, si salvano in pochi. O, meglio, nessuno. E pensiamoci quando laviamo le macchine negli impianti al costo di soli tre euro, perché se poi tutto viene scaricato nel terreno non ci guadagna nessuno e al contrario ci perdiamo tutti». 

A chiudere il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo: «Ogni anno vediamo le chiazze marroni in mare e io ricordo sullo specifico argomento un articolo dell'allora governatore Agazio Loiero. Eravamo nel 2005 e, a distanza di oltre tre lustri, siamo ancora in quella situazione. Ma quando i cittadini sono venuti da me a dire che erano pronti a bloccare la Salerno-Reggio, temendo e non sopportando più che i loro bambini mettendo i piedini in acqua potessero avere conseguenze molto negative, ho deciso di intervenire e di coordinare una mega task force con i Cacciatori dei carabinieri, mezzi quali gli elicotteri della Guardia di Finanza e risorse umane dell'Arpacal. Abbiamo messo insieme - ha proseguito - le migliori forze e purtroppo trovato di tutto come tanti sversamenti di materiale tossico o comunque inquinante che finiva in mare. Io, però, su questo non mi fermo e arriverò anche a impiegare i satelliti, seppur come magistrato non ho potere di spesa. Posso soltanto fare indagini. Ma noi non ci fermeremo e ci rimboccheremo ulteriormente le maniche. Ma lo devono fare anche le persone comuni, dimostrando civismo e senso di responsabilità».