VIDEO | A Pizzo infuria la polemica dopo il verbale elevato a carico di una ragazza il cui nome figurava in una lettera trovata nella spazzatura abbandonata per strada
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A Pizzo Calabro hanno scelto un metodo inflessibile per la caccia agli inquinatori: aprono i sacchetti dei rifiuti, alla ricerca di documenti che comprovino il nominativo di chi li avrebbe lasciati per strada, ed elevano contravvenzioni quando sono sicuri che la busta sia “firmata”.
In questo modo, già questa estate, il Comune ha fatto recapitare multe per 9.000 euro.
Proprio in occasione di un ammenda di questo tipo, però, è nato un caso politico perché l’assessore Fabrizio Anello ha segnalato – sul profilo facebook gestito dagli amministratori -, con le iniziali del nome la cittadina “pizzicata” con tanto di lettere a lei arrivate e lasciate dentro un sacchetto trovato nei pressi dell’edificio che ospita le scuole Medie, e proprio sui social sta subendo critiche.
«Non sono io la persona che ha lasciato quella spazzatura», dice la signora che vuole mantenere l’anonimato, annunciando che «appena mi arriverà la multa, provvederò a fare ricorso perché quelle trovate non sono in alcun caso della prove».
La ragazza, S.C. di 42 anni, ha appreso di essere lei la destinataria della contravvenzione poiché si è ritrovata nell’identikit fatto sui social dall’assessore, che aveva aggiunto anche una censura “politica” perché – a suo dire – la multa arrivava “ad una cittadina che in passato aveva espresso critiche proprio sulla gestione della raccolta dei rifiuti. L’assessore non molla la presa, dice di non essere pentito di aver additato la donna che, ora, appena riceverà la multa – probabilmente – comincerà una battaglia legale.