Scaduto il contratto stipulato con l’Ato per il trattamento della frazione organica e di quella indifferenziata, mentre anche l’impianto di Bucita va avanti a singhiozzo. E l'Assessore regionale De Caprio convoca una riunione di emergenza
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Il contratto stipulato dalla Calabra Maceri con l’Ato Cosenza è scaduto. E, per volontà del titolare Crescenzo Pellegrino non ci saranno proroghe. Non subito almeno. Questo significa che i cancelli dell’impianto di trattamento di Rende, cui conferiscono i comuni della provincia bruzia, o almeno buona parte di essi, resteranno chiusi. Mandando in tilt il ciclo dei rifiuti.
La filiera che si inceppa
Anche l’altra infrastruttura, quella di Bucita, va avanti a singhiozzo. Il gestore, la Ekrò, lamenta svariate inadempienze tra cui i gravi ritardi nei pagamenti del servizio. La società è al collasso e non sa più dove prendere i soldi per pagare i propri dipendenti. Sul punto di gettare la spugna ha ripreso a lavorare, dopo aver ottenuto una proroga del contratto e la promessa di essere saldata almeno in parte, entro questa settimana, anche grazie all’intermediazione del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. L'impianto rossanese però, può smaltire solo i rifiuti provenienti dalla fascia jonica.
Emergenza inevitabile
Lo scenario conseguente è facilmente prevedibile: non potendo scaricare, i camion della raccolta resteranno pieni e nel giro di pochi giorni l’immondizia tornerà ad accumularsi nelle strade. E con le torride temperature di queste ore, le conseguenze rischiano di essere drammatiche.
Riunione alla Cittadella
Per questo l’assessore regionale all’ambiente, Sergio De Caprio, ha convocato una riunione di emergenza nella Sala Verde della Cittadella regionale di Catanzaro, alla quale sono stati invitati a partecipare tutti gli amministratori del cosentino. Appuntamento alle ore 10 del primo luglio. Il presidente dell’Ato, Marcello Manna, si presenterà come dimissionario. Ma l’intervento legislativo del consiglio regionale, con il quale si è prorogato al dicembre 2021 la possibilità di utilizzare gli impianti privati nel ciclo dei rifiuti, potrebbe determinare un ripensamento.