Fino ad oggi i disagi sono stati contenuti, limitati pressoché alla raccolta della plastica di venerdì scorso. Ma il peggio deve ancora venire. Perché la questione rifiuti in Calabria è una partita a perdere, come sempre. E perché Vibo Valentia, al pari di altre realtà regionali, è ancora lontana dal raggiungere la sua autosufficienza, anche se in questo caso la partita si gioca su altri tavoli.

Abbiamo chiesto all’assessore all’Ambiente del Comune capoluogo che settimana devono aspettarsi i cittadini sul fronte della raccolta. Per Vincenzo Bruni, «con la raccolta dell’organico, per ora, non dovrebbero esserci problemi. Ma di certo ci saranno con l’indifferenziato di mercoledì».

La questione appare complessa ma Bruni è uomo di buona volontà e si mette a spiegarla. Prima però è necessaria una premessa per comprendere il motivo della crisi che si affaccia all’orizzonte. Sullo sfondo c’è infatti il blocco totale delle discariche regionali ormai giunte a saturazione; e c’è soprattutto lo stop della presidente della Regione Jole Santelli all’ordinanza del dirigente Domenico Pallaria che autorizzava l’aumento della capacità di abbanco per l’unica discarica privata regionale, quella crotonese, gestita dalla Sovreco, per ulteriori 75mila tonnellate.

Autorizzazione che invece aveva concesso otto mesi fa Mario Oliverio, e che, se da un lato garantiva ossigeno al sistema nelle more del completamento dei progetti regionali di realizzazione di nuovi impianti ed eco-distretti, dall’altro aveva portato ad un esborso di circa 14 milioni di euro per i costi di conferimento, come rivelato da lacnews24.it.

Ebbene, da qui alla inevitabile emergenza che si affaccia sul territorio regionale, il passo è brevissimo. Già altre città sono in piena crisi, come Cosenza e Reggio Calabria. Ora a rischiare è Vibo Valentia.

Ecco cosa sta accadendo qui. «La parziale raccolta della plastica di venerdì – spiega Bruni – è dovuta ad una circostanza: stante l’impossibilità di conferire l’indifferenziato nella discarica di Lamezia Terme, e per evitare di lasciarlo per strada mercoledì scorso, lo abbiamo raccolto e lasciato sui camion. In questo modo ci sono venuti meno proprio quei 7/8 camion grandi che vengono utilizzati poi il venerdì per la plastica. La ditta ha comunque cercato di sopperire con i mezzi piccoli, e lo ha fatto anche sabato dopo il giro per l’organico, ma è chiaro che fare numerosi viaggi verso Porto Salvo, dove conferiamo la plastica, comporta un allungamento dei tempi. È per questo motivo che parte della plastica è rimasta davanti alle abitazioni dei vibonesi».  

La beffa per Vibo, però, è rappresentata dal fatto che, pur avendo a disposizione la discarica di Lamezia, si è vista soffiare lo spazio libero da Catanzaro. «Ed infatti – precisa Bruni – il capoluogo di regione non è andato in sofferenza perché ha sfruttato quello spazio adducendo come motivazione la propria autorità territoriale».

Ma anche Catanzaro ha le ore contate. «Se la situazione non si sblocca, andranno in sofferenza pure loro», dice l’assessore vibonese, che aggiunge: «Alla fine torniamo sempre al problema dell’autosufficienza. Potremmo aprire un intero capitolo sul perché il progetto dell’eco-distretto provinciale sia fermo da cinque anni, sul perché all’epoca sia stata scelta Lamezia come nostra discarica… Quindi, pur essendo noi in regola con i pagamenti dovuti all’Ato, ci troviamo in un vicolo cieco».

Nel frattempo Vibo avrebbe potuto tamponare questa emergenza potendo contare sui due centri di raccolta che ancora però non hanno visto la luce. «Ma siamo sulla buona strada – rimarca Bruni -, anzi tra gli addetti ai lavori siamo addirittura considerati come un modello. La ditta che sta eseguendo i lavori ci ha garantito che il centro di raccolta di Vibo Valentia sarà terminato entro fine giugno, e quello di Vibo Marina entro fine luglio. Purtroppo qualche intoppo tecnico ha richiesto una variante al progetto e si era ripartiti a dicembre, poi è arrivato il coronavirus e tutto si è fermato. I lavori sono ripresi la scorsa settimana, ma per l’estate potremo contare anche su queste due importanti soluzioni». I centri di raccolta serviranno infatti a conferire temporaneamente rifiuti in eccesso che verranno poi smaltiti nelle discariche. Per capire: se fossero stati già operativi, l’indifferenziato della scorsa settimana sarebbe finito lì dentro e non sui cassoni dei camion che quindi sono rimasti inutilizzabili.

Alla luce di tutto ciò, che settimana devono aspettarsi i vibonesi? «Beh, intanto raccoglieremo l’organico di lunedì. Però anche la Ecocall di Vazzano, dove lo conferiamo, ha già annunciato di avere drasticamente ridotto la portata: da 600 tonnellate al giorno che riceveva da Vibo e dalla città metropolitana di Reggio Calabria, ne accetterà soltanto 100. Questo perché anche loro temono di non avere spazio per gli scarti prodotti dalla lavorazione dei rifiuti. Scarti che finiscono nelle vasche e poi in discarica. Per evitare di riempire le vasche, diminuiranno i conferimenti».

La situazione è drammaticamente semplice: o la Regione trova una soluzione, o la fase 2 in Calabria partirà col tanfo della spazzatura.

La nota della Eco call

In relazione alle dichiarazioni dell’assessore Bruni, la Eco call di Vazzano precisa che “in qualità di soggetto proprietario e gestore dell’impianto di trattamento rifiuti di Vazzano, rileva che le informazioni riportate nell’articolo in riferimento all’ipotetica riduzione drastica della portata dell’impianto (da 600 a 100 tonnellate) sono prive di fondamento. Per spirito di chiarezza delle informazioni date si intende precisare che, nonostante il blocco esterno degli scarti, Eco call Spa, con enormi sacrifici, sta sistematicamente garantendo tutti i conferimenti richiesti dai comuni ricadenti nell’Ato di Vibo Valentia e Reggio Calabria“.