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Nell'ambito del piano nazionale e transnazionale denominato focus ‘ndrangheta, le cui linee strategiche sono elaborate in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, gli uomini della Guardia costiera di Reggio Calabria e Villa San Giovanni congiuntamente al personale della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Reggio Calabria, hanno effettuato nella serata di ieri 14 marzo, ognuno negli ambiti delle proprie competenze, una serie di controlli sulla filiera della pesca.
Il personale operante ha focalizzato la propria attenzione in particolare sui mezzi adibiti al trasporto/distribuzione di prodotti ittici effettuando dei posti di blocco presso gli imbarchi/sbarchi dei traghetti a Villa San Giovanni al fine di verificare il rispetto delle norme in materia di commercializzazione dei prodotti ittici e il corretto trasporto degli stessi, da e per la Sicilia. Obiettivi della citata attività erano la sensibilizzazione degli operatori del settore ad una scrupolosa osservanza della normativa afferente i prodotti ittici destinati al consumo umano, l’osservanza delle prescrizioni previste sulla tracciabilità/rintracciabilità di tali prodotti nonché l’osservanza delle norme igienico/sanitarie.
Resoconto dei controlli effettuati ai furgoni adibiti al trasporto di prodotti alimentari: 20 furgoni controllati (Villa San Giovanni), elevate sanzioni per 27mila e 500 euro (violazione norme in materia di tracciabilità dei prodotti ittici, detenzione di prodotti ittici sottomisura, detenzione di prodotti ittici pescati in tempi vietati, detenzione e commercializzazione di Tonno rosso senza la prevista documentazione di cattura) e sequestro prodotti ittici per 186 chili (Tonno rosso, pesce spada, pesce sciabola, squaloidi).
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Alle attività di verifica ha altresì partecipato personale medico del Servizio veterinario area “B” Asp Reggio Calabria, che dopo aver effettuato l’esame del prodotto ittico, ne ha disposto la distruzione di una parte perché privo di tracciabilità e pertanto non idoneo al consumo umano. E’ stato giudicato idoneo al consumo umano invece l’esemplare di pesce spada posto sotto sequestro in quanto sottomisura e pescato in tempi vietati, ed il personale ha proceduto a donarlo in beneficienza ad un ente caritatevole locale.