VIDEO | Per l'associazione l'unica soluzione per contrastare la crisi ambientale sono le rinnovabili, anche con impianti di grossa taglia. A chi protesta replica: «Bisogna affrontare la questione in una ottica scientifica»
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«È una questione da affrontare in un'ottica scientifica». Così Legambiente liquida «le resistenze e le perplessità» che lievitano sul territorio a seguito dell'avvio dell'iter autorizzativo per la realizzazione di un impianto eolico off-shore nel golfo di Squillace. Domenica la protesta lungo la costa ionica, promossa dal coordinamento Controvento a cui hanno aderito anche amministratori locali, a fare da contraltare la posizione favorevole dell'associazione ambientalista che ribadisce: «Si tratta di impianti indispensabili e utili».
L'ottica scientifica per Legambiente è quella dei freddi dati che indicano un innalzamento delle temperature. La stagione estiva ne ha offerto un primo assaggio anche in Calabria: «Provoca effetti devastanti sull'ambiente, sulle specie animali e vegetali» precisa Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. «Gli scenari ipotizzati dagli scienziati con un aumento delle temperature tra un grado e mezzo e due gradi, circostanza che si è già verificata questa estate in Calabria, potrebbe portare all'estinzione di una molteplicità di specie mettendo a rischio il futuro benessere».
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Da questa considerazione nasce il favore verso gli impianti di produzione di energia rinnovabile, di piccola e grande taglia. «L'eolico off shore è tra gli impianti più performanti e per questa motivazione Legambiente è favorevole alla costruzione» argomenta Parretta. Per l'associazione ambientalista è necessario, quindi, «procedere con una transizione ecologica molto veloce per decarbonizzare l'economia mantenendo una temperatura che non superi il grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali».
Obiettivi che possono essere raggiunti, soprattutto, attraverso l'utilizzo di impianti di grossa taglia. E questo vale anche per la Calabria: «Dobbiamo ricordare che circa il 75% di energia prodotta in Calabria proviene da fonti fossili e che l'installazione di impianti off shore produrrebbe anche vantaggi indiretti. Oltre la tutela dell'ambiente, molto dipenderà da come si muoveranno le amministrazioni sul territorio, l'economia verde potrebbe portare nella nostra regione grandi occasioni di sviluppo e di lavoro».
Nessun timore per l'impatto paesaggistico e ambientale, la principale ragione che ha condotto sulle barricate sindaci e associazioni: «Vorrei ricordare che le pale eoliche off shore - precisa Parretta - sono posizionate ad una distanza rilevante dalla costa, a oltre 20, 25 chilometri. Se pensiamo che una pala posta a 12 chilometri viene percepita dall'occhio umano alta un cm e mezzo è ben comprensibile come l'impatto paesaggistico sia di scarso rilievo mentre l'aumento delle temperature comporterebbe un impatto ambientale rilevante».