Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Quando si parla di Ambiente e delle scelte che potrebbero essere compiute e che, invece , lasciano le problematiche perennemente senza risposta ci si chiede, al di la delle appartenenze politiche , se veramente tutto ciò che accade o che non accade sia davvero casuale e nell’interesse dei territori.
Nel caso specifico stiamo parlando dei rapporti che in questi giorni stanno venendo fuori relativamente alla balneabilità dei nostri mari,in Calabria. Quando parliamo di scelte chiaramente ci riferiamo all’uso delle risorse finanziarie ed all’intervento dei Governi nazionali ,sovra-nazionali e locali.
Risulta perfettamente inutile, a fronte delle denunce che arrivano da parte delle categorie degli operatori turistici , continuare a pensare che la questione ambientale possa essere solo delegata ai singoli comuni o, come in tanti casi accade in questa Regione, alla magistratura come soluzione finale.
E’ certamente questo il senso della dichiarazione resa dal Coordinatore No-Triv Calabria Salvatore Belfiore il quale individua un nesso tra le vicende come questa del mare sporco e il fallimento del Referendum dello scorso 17 Aprile.
“Questo dato emerso dal dossier di Legambiente,- scrive infatti Belfiore -dovrebbe farci riflettere, tutti, sulla mancanza di coscienza dimostrata il 17 aprile da chi si è astenuto per dire no alle trivellazioni nei nostri mari. Il nesso c’è, anche se non si vede.
Se a livello nazionale il nostro Governo avesse scelto di investire nella bonifica e non nei tanti progetti, addirittura “facilitati” dallo “Sblocca Italia” di inceneritori, discariche e ricerche e sfruttamento di idrocarburi, forse un’associazione come Legambiente non avrebbe riscontarti tali dati allarmanti.
E sono così preoccupanti, proprio perché, come abbiamo urlato durante tutta la scorsa campagna referendaria NoTriv, la nostra regione vive CON e PER il Mare con il quale siamo inscindibilmente connessi.
E’ mai possibile- si chiede l’esponente No-Triv –c he anziché pensare al benessere e al futuro della collettività attraverso progetti mirati e virtuosi di bonifica –vera- delle foci dei nostri fiumi e quindi dei nostri mari, si continui a favorire l’interesse di pochissimi magnati delle multinazionali che vedono i nostri territori solo come “terre di conquista”?
Perchè non abbiamo compreso che l'unica vera grande ricchezza è valorizzare le nostre risorse marine, esaltando il turismo e le ricchezze che il nostro mare ci offre generosamente? E il nostro territorio e i moltissimi casi di tumore anche infantile (riscontrati specie nelle zone che hanno subito grandi contaminazioni delle acque…) dovrebbero scuotere le nostre coscienze per invitarci a “scegliere” davvero.
Ma gli unici che scelgono nella nostra Terra, sembrano essere coloro i quali si astengono e condannano la collettività ad un silenzio complice e, ahimè, colluso”.
Sonia Rocca