Miniera di Casabona, il sindaco Carvello: «Bisogna fare luce sul caso» - VIDEO

Dopo l'intervento della senatrice Margherita Corrado, il primo cittadino casabonese chiede risposte in merito alle indagini già partite anni fa

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di Giuseppe Laratta
24 luglio 2018
13:27

Sulla vicenda della miniera di zolfo presente a Casabona, nel crotonese, sollevata nelle ultime ore dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Margherita Corrado – che ha rimarcato il fatto del collegamento tra la presenza del sito abbandonato e l'alta incidenza tumorale nella zona – abbiamo sentito il sindaco Natale Carvello. E' una situazione che va avanti da almeno trent'anni, e più volte i cittadini hanno lamentato questa correlazione che vede un numero elevato di malati di tumore; ultimamente, in ordine temporale, si sono rivolti all'esponente pentastellata che ha scritto una missiva alle autorità competenti, chiedendo che venga fatta luce sul caso.

 


«L'intervento della senatrice Corrado lo ritengo opportuno – ha dichiarato il sindaco di Casabona – in quanto, a oggi, non abbiamo ricevuto risultati rispetto alle indagini svolte in passato. Questo è un problema che risale a tanti anni fa, è stato segnalato più volte sia dai cittadini che da noi; c'è stata una sorta di denuncia intorno agli anni '80 riguardo la presenza di molti camion che scaricavano o caricavano materiale, poiché è presente anche una cava di materiali inerti che proveniva dalle miniere. Per cui, il sospetto è che qualche movimento ci sia stato, ma non sappiamo di che natura; sono state avviate delle indagini da parte delle forze dell'ordine, ma alla data odierna non abbiamo nessun risultato. Per questo l'intervento della senatrice è opportuno, anche per capire e avere risultati su quello che è avvenuto, se c'è o meno il pericolo, e tranquillizzare la cittadinanza».

 

«C'è da precisare una cosa – continua Carvello – la miniera non è di competenza diretta del Comune di Casabona: le miniere sono ubicate al confine, ma soprattutto nel territorio di San Nicola dell'Alto e Strongoli. Parliamo di due vecchie miniere che sono state poi dismesse negli anni '60 e '70. Evidentemente, il territorio di Casabona è stato richiamato in quanto le congiunture che si fanno sono d'impatto sulla salute dei cittadini: qui non possiamo non nascondere che c'è un'alta incidenza di malattie tumorali, cosa che abbiamo denunciato all'Asl nella conferenza dei sindaci per la salute e in altre occasioni. L'allarme su questa vicenda periodicamente viene fuori poiché effettivamente non abbiamo mai ricevuto una comunicazione rispetto all'esito delle indagini. Mi auguro che le autorità preposte svolgano un compito sul campo scientifico, anche per fugare ogni dubbio, abbiano già elementi sugli studi effettuati, oppure devono completare un'opera incompleta. E' chiaro che è una situazione che rende preoccupati i nostri cittadini, anche se siamo distanti dal luogo di deposito di materiale inquinato più dei comuni di San Nicola e Strongoli, però c'è una parte del territorio casabonese che viene attraversato eventualmente dalle acque o quant'altro che potrebbe essere stato contaminato. Ci auguriamo che questa volta si faccia luce su questa vicenda che va avanti da oltre vent'anni».

 

Giornalista
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