VIDEO | Il Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente ha avviato l’iter di revoca delle autorizzazioni per numerose criticità nel progetto. Ora però la società che vuole realizzare l’impianto può replicare e in futuro presentare anche un nuovo piano
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Potrebbe non essere ancora segnata la vicenda del “Gallia”, il parco eolico che la “Sthep srl” intende realizzare nei comuni di Vazzano, Pizzoni e Serra San Bruno, all’interno del Parco regionale delle Serre. Il progetto per le cinque gigantesche pale da 60 MW potrebbe infatti essere arrivato ad un punto di non ritorno, visto l’avvio del procedimento di revoca dell’iter amministrativo notificato la settimana scorsa dal dipartimento Territorio e tutela dell’ambiente della Regione alla stessa società proponente.
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Il provvedimento (non definitivo) arriva a seguito delle numerose criticità che gli uffici regionali avevano appuntato nero su bianco nella relazione di parere intermedio al progetto. Relazione in cui si evidenziavano numerose mancanze di documentazione sia sul versante amministrativo che su quello tecnico e che, dopo le integrazioni fornite dalla Sthep agli inizi di dicembre, non risultano ancora colmate. Anzi. Al centro della questione, scrivono gli uffici regionali, c’è una sostanziale «modifica della linea di connessione interrata alla stazione elettrica» che la Sthep – costola italiana del colosso statunitense delle rinnovabili “Ortus Climate Migration” – aveva inserito nel progetto su richiesta di “Terna”, che di quella stazione elettrica è proprietaria.
Una «versione di progetto revisionata» che si sviluppa su diversi chilometri e che «determina un impegno territoriale meritevole di attenzione, anche in ragione dei potenziali mutamenti di carattere ambientale». Una modifica sostanziale al progetto originario che ha portato il Dipartimento territorio e ambiente ad esprimere parere negativo. Ora la palla passa di nuovo alla Sthep che, entro i primi giorni di gennaio, dovrà presentare ulteriore documentazione o chiedere di essere udita in contradditorio, pena la definitiva «revoca dell’iter amministrativo con contestuale archiviazione della pratica».
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Nella corsa sfrenata all’installazione di nuovi parchi eolici, che potrebbero pesantemente ridisegnare la geografia montana e marittima della Calabria relegandola a ruolo di futuro hub energetico nazionale, quello del Gallia (parte del quale è previsto dentro i confini del Parco delle Serre) è uno dei pochi progetti ad avere finora trovato qualche ostacolo sulla sua strada. Ostacolo che potrebbe non essere sufficiente a scongiurare l’allestimento delle torri ma che, almeno è quello che si augurano i comitati che da mesi sono scesi “in guerra” contro l’eolico selvaggio in regione, potrebbe fare guadagnare tempo. Anche in caso di archiviazione infatti, scrivono gli stessi uffici regionali, la Sthep potrebbe presentare un «nuovo progetto, secondo conformi elaborati, con relativa istanza per il rilascio del provvedimento».