Il docente fa il bilancio dell’attività di monitoraggio e analisi condotta per la Cittadella. «Nel complesso lo stato di salute delle acque costiere è buono, tranne in alcuni tratti dove le regole vengono violate». A preoccupare è soprattutto il mancato collettamento: «Abbiamo quartieri e paesi non collegati alla rete fognaria»
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«Lo stato di salute del mare calabrese è buono». Parola del biologo marino Silvio Greco che, grazie ad una convenzione con la Regione Calabria e la stazione Anton Dohrn di Amendolara, per tutto l’anno ha monitorato ampi tratti della costa calabrese.
Professore, che bilancio fa delle attività della stazione marittima?
«La Stazione Zoologica di Amendolara in 18 mesi ha campionato l'intero perimetro costiero regionale, effettuando campionamenti sulla colonna d'acqua marina, sui sedimenti, e sulla spiaggia. Ha monitorato le condotte sottomarine e identificato decine di scarichi illegali in tutte le province calabresi, ha effettuato migliaia di analisi chimiche certificate, individuando diverse anomalie non compatibili con il sistema industriale calabrese, ha collaborato con diverse procure della Regione, in particolare con quella di Vibo Valentia con la quale, primo caso a livello nazionale, ha sottoscritto una convenzione non onerosa e quella di Lamezia Terme. Ha predisposto un laboratorio chimico mobile dotato di mezzo di campionamento che ha presidiato nei fine settimana (quando i normali laboratori sono chiusi) il litorale tirrenico regionale. Ovviamente tutto questo nell'ambito della convenzione con la regione Calabria in stretto contatto con il presidente Occhiuto e il direttore generale dell'ambiente Siviglia».
Bene e dopo tutti questi sforzi che cosa è venuto fuori: come sta il nostro mare?
«Prima vorrei specificare che la Stazione ha eseguito dei monitoraggi il che significa una serie di analisi ripetute nel tempo e nel luogo. Quindi non solo campionamenti spot. Detto questo le dico che il mare calabrese sta benone. Su 800 km di costa i punti critici saranno due o tre, in particolare nella zona di Lamezia Terme abbiamo rinvenuto la presenza di metalli pesanti. Per il resto possiamo essere soddisfatti»
Eppure i turisti e i villeggianti hanno lamentato il contrario. A partire dalla famosa schiumetta…
«Capisco che possa fare impressione ai bagnanti ma è un fenomeno marginale, di certo non è un tipo di inquinamento preoccupante. Per fortuna qui non abbiamo un'industria che produce inquinamento».
Almeno ammetterà che è fastidioso…
«Quello sì, ma è frutto purtroppo dei piccoli scarichi illegali presenti sulla costa: il bar o il lido che non hanno collettamento»
Magari fossero solo loro…
«È vero in Calabria abbiamo scoperto e denunciato situazioni paradossali come quella di piccoli villaggi turistici che non hanno sistemi efficienti di smaltimento e buttano tutto a mare senza capire che si boicottano da soli, sono loro stessi a far scappare i loro clienti. Ma il vero dramma è che abbiamo paesi che non sono collettati. Così può capitare di vedere fiumi in periodi di secca con una certa portata; ma quella non è acqua, è altro»
Sono molti questi comuni?
«Purtroppo sì. Ma non deve pensare solo a piccoli comuni. Ci sono capoluoghi che hanno pezzi di quartiere non collettati. Ad esempio a Reggio Calabria o a Catanzaro. Insomma la situazione è molto complessa»
E i depuratori?
«Quelli che ci sono ora sono a norma. Chiaramente la rete andrebbe potenziata»
Fa bene allora Occhiuto a prendersela con i sindaci?
«Lei mi vuole tirare in una polemica politica. Le dico che chi si assume l’onere di svolgere un ruolo così delicato deve sapere a cosa va incontro. Quindi deve porre attenzione non solo ai depuratori, ma anche ad altro tipo le pompe di sollevamento. Se hai il depuratore a norma ma le pompe di sollevamento che non funzionano non hai risolto nulla»
Loro dicono che non hanno soldi e tecnici..
«I soldi sono un falso problema. I cassetti della Regione sono pieni di quattrini, solo che nessuno li utilizza. Su questo tutti quanti dovremmo avere una presa di coscienza per risolvere un problema che di certo non si può superare con la bacchetta magica. Penso che abbia fatto bene Occhiuto a ricordare che la depurazione è assolutamente in capo ai sindaci che non possono lavarsene le mani dicendo che hanno un contratto con una società che gestisce l'impianto. Magari quella società ha vinto l’appalto col massimo ribasso.. occuparsi di depurazione significa occuparsi di rete fognaria, collettamenti, pompe di sollevamento, separazione delle acque bianche dalle nere etc.»
Legambiente parla di Mare Monstrum, ha letto il rapporto?
«Si, ovviamente. Penso che sia utile e importante, per stimolare l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni, ma il rapporto fa una fotografia dell'esistente, ovviamente cosa molto diversa dal monitoraggio sistemico che fa la Stazione Zoologica.»
Senta come siamo messi invece con la presenza di plastiche nei nostri mari che poi finiscono nei nostri piatti?
«Durante le campagne di pesca a strascico svolte nell'ambito della convenzione e finalizzate a capire il rischio di contaminazione di pesci, crostacei e molluschi è stata trovata una situazione preoccupante rispetto le plastiche, il caso limite una cala di 1 ora dove sono stati pescati 14 kg di pesce e 17 kg di plastiche. Questo per le plastiche sul fondo, in superficie vale il dato nazionale oltre 100.000 frammenti per kmq»
In conclusione lei dice che il mare calabrese in fin dei conti sta bene. Ma ora che ce ne facciamo di tutti questi dati che avete raccolto in un anno e mezzo?
«Io dico che la convenzione ha consentito di fare passi in avanti importanti per la conoscenza della nostra situazione costiera. Erano almeno 15 anni che non si faceva un monitoraggio simile»
E ora?
«Ora tutti i dati raccolti possono essere la base, la banca dati per il piano di tutela delle acque che la Calabria non ha, nonostante in passato siano stati stanziati 5 milioni allo scopo»
E poi?
«Poi quei soldi non sono stati spesi e sono tornati indietro. Adesso abbiamo un ottimo livello di conoscenza e continuando sulla scia di quanto deciso da Occhiuto possiamo agire».