«Chi sbaglia, paga». Lo dice a chiare lettere l'assessore all'Ambiente, Sergio De Caprio, nel corso di una conferenza stampa convocata in mattinata per fare il punto sulla situazione della depurazione in Calabria ma che arriva all'indomani dell'inchiesta istruita dalla Procura di Paola che ha ipotizzato connivenze anche tra le fila di Arpacal con funzionari compiacenti a realizzare prelievi con tutto lo scopo di alterarne i risultati. 

Inchiesta Archimede

Ma a chiarire la posizione di Arpacal ad inizio lavori è stato lo stesso direttore generale, Domenico Pappaterra, che non ha eluso le domande, al contrario: «L'inchiesta Archimede ha rappresentato per noi una sberla notevole - ha chiarito -. Quello di ieri lo consideriamo un incidente di percorso e ci auguriamo che chi è stato coinvolto possa chiarire la sua posizione. L'Arpacal è un ente strumentale della Regione e svolge con estremo rigore la sua attività, compresa quella della balneazione».

Impianti inefficienti e scarichi abusivi

Ma alza le mani almeno sulla depurazione: «Le attività non sono riconducibili ad Arpacal, la responsabilità sul funzionamento degli impianti spno di chi ha competenze territoriali e anche qui non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. Dal mar Ionio non ci sono state finora segnalazioni di inefficienze, le criticità che sono ataviche riguardano alcuni tratti del mar Tirreno, l'alto tirreno, in particolare, e la striscia da Nicotera a Lamezia Terme sulla quale i due procuratori di Lamezia Terme e Vibo Valentia hanno istituito una task force. Poi è del tutto evidente che ci sono anche altri elementi, quali scarichi abusivi, cattivi funzionamenti degli impianti e impianti sottodimensionati, soprattutto sul tirreno c'è una pressione antropica che fa impressione. È chiaro che c'è un problema di inadeguatezza degli impianti».

La programmazione

Sul punto ha voluto tranquillizzare l'assessore all'Ambiente, Sergio De Caprio, snocciolando la programmazione che sinora è stata predisposta per sbloccare le procedure d'infrazione che la Comunità Europea ha comminato alla Calabria per la scorretta depurazione delle acque: «Abbiamo sbloccato tutto ciò che era fermo, le procedure d'infrazione erano interventi bloccati» ha chiarito. In totale 125 interventi su 120 comuni: «Sono quasi tutti interventi da 500 o 600mila euro che saranno realizzati in un anno, quindi già per l'estate prossima avremmo 125 interventi realizzati». Oltre all'investimento realizzato sul fondo di Coesione e Sviluppo: «Stiamo programmando ulteriori investimenti per i restanti comuni, quasi 200, che saranno finanziati con 100 milioni di euro».

Appello ai cittadini

Ma non fa mistero delle criticità ancora presenti, soprattutto, per quel che riguarda l'alto tirreno cosentino ha chiarito: «Le criticità derivano dal fatto che bisogna manutenzionare gli impianti e dobbiamo impedire che le aziende che gestiscono gli impianti speculino e quindi bisogna vigilare». Ha infine invitato perfino i cittadini a denunciare la presenza di scarichi abusivi: «Abbiamo chiesto alla Capitaneria di porto, ai Carabinieri forestali, alla Guardia di Finanza e chiediamo alla cittadinanza attiva di controllare e individuare scarichi fognari abusivi non censiti. Dove sono i depuratori lo sappiamo, dove grazie all'abusivismo edilizio ci sono scarichi abusivi non lo sappiamo. Chiediamo la denuncia, chiediamo il monitoraggio».