Il movimento - preso atto della contrarietà dell’amministrazione alla costruzione del sito di scarti pericolosi e non - chiede di revocare il primo provvedimento con il quale era stato concesso il capannone nel quale dovrebbe avvenire l’attività
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Un’autorizzazione data senza sapere che cosa implicasse e a cui ora porre riparo. In sintesi è questo l'atto che con una lunga, tecnica e dettagliata missiva il comitato San Mango Pulita - guidato da Mario Sposato - chiede di ritirare all’amministrazione comunale del borgo a cavallo tra le province di Catanzaro e Cosenza. Nodo della questione, un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi e non, che andrebbe a comprendere anche scarti ospedalieri ed infettivi.
Sul tema si è tenuta una conferenza dei servizi e ora la “palla” è passata alla Regione che ha concesso l’accesso agli atti al Comitato che, saputi i retroscena della vicenda, ossia le diverse tipologie di rifiuti che andranno a confluire in un capannone nella zona industriale di San Mango, si è allarmato. D’altro canto il Comune ha più volte sottolineato la sua contrarietà alla realizzazione dell’impianto.
Di mezzo ci sono due delibere. Con la prima di settembre 2019 l’amministrazione, guidata dal sindaco Luca Marrelli, ha concesso «alla ditta S2A Consulting s.a.s. di subentrare su un’area Pip al posto di “Stranges Antonio & Conflenti CZ” e ha allo stesso tempo ha espresso parere favorevole al “trasferimento tra i due soggetti economici dell’immobile a suo tempo concesso dal Comune”, ovvero il capannone dove dovrebbe sorgere l’impianto».
A gennaio 2020 la S2A Consulting Sas ha chiesto formalmente «l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di un impianto per la messa in riserva e lo smaltimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi». A marzo il consiglio comunale si è espresso sfavorevolmente. Secondo il Comitato, nella prima delibera ci sarebbe stata «una falsa o comunque erronea rappresentazione della realtà sottesa all’azione amministrativa, poichè gli amministratori ritenevano che l’attività della S2A Consulting s.a.s. consistesse solo nel recupero di “oli esausti da cucina”, come dichiarato pubblicamente dagli stessi e pertanto non erano consapevoli al momento della votazione nell’assise comunale dell’attività concernente rifiuti pericolosi e non pericolosi che avrebbe richiesto la ditta».
Di conseguenza, fa notare il Comitato, «la deliberazione di cui sopra difetta della volontà dell’organo deliberante, elemento essenziale del provvedimento, posto che nessun atto può considerarsi riferibile all’autore se non è stato consapevolmente voluto». Ecco perché «prima dell’adozione del decreto finale di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto di rifiuti pericolosi e non pericolosi in Localià Trearie a San Mango d’Aquino si chiede al sindaco del Comune di San Mango d’Aquino e a tutti i consiglieri di revocare con urgenza la deliberazione del Consiglio comunale n. 13 del 17 settembre 2019».