Si stima che dal 2012 per la mancata manutenzioneda parte della Regione Calabria ad oggi 500mila tonnellate di rifiuti non siano stati bruciati dall'impianto di Gioia Tauro
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La Calabria oltre ad una variegata galassia di discariche pubbliche allo stato inesistenti è anche dotata di un termovalorizzatore - anch'esso pubblico - ma del tutto inefficiente. Un impianto che, se lanciato a regime, avrebbe potuto alleviare non poco la pressione emergenziale che ancora oggi costringe la Cittadella a ripiegare verso l'utilizzo di discariche private, decisamente più efficienti ma anche più costose per le tasche dei calabresi.
Il termovalorizzatore a singhiozzo
Il termovalorizzatore, sulla carta, avrebbe una capacità di 120mila tonnellate all'anno, quota che dovrebbe soddisfare le esigenze di trattamento di tutti i comuni calabresi. Ma in Calabria il passaggio dalla teoria alla pratica è sempre irto di insidie. Ad esempio, si stima che dal 2012 ad oggi l'impianto, che ha continuato a funzionare "a singhiozzo", non ha termovalorizzato circa 500mila tonnellate di rifiuti finite, quindi, in discarica. E se fino alla metà del 2019 il costo per il conferimento in discarica era fissato a 72,90 euro a tonnellata, da quella data in poi è lievitato a 105 euro mentre termovalorizzare un rifiuto costa 70 euro a tonnellata.
La programmazione sconosciuta
Un lasso di tempo, otto anni, in cui l'impianto di interesse regionale ha continuato a lavorare a scartamento ridotto, salvo rare eccezioni, in totale assenza di una pianificazione per la manutenzione straordinaria. Disfunzioni, danneggiamenti, avarie e successivi rattoppi che ne hanno rallentato le prestazioni riducendone, al contempo, anche la capacità di incamerare rifiuti.
Sperpero di denaro
Anche nel 2019 la Regione avrebbe dovuto prevedere una serie di interventi manutentivi da realizzare nel corso di quest'anno: attività non programmate, non svolte e che hanno quindi comportato una riduzione del combustibile bruciato e una perdita secca che potrebbe aggirarsi a fine anno tra 30 e 50mila tonnellate di rifiuti non termovalorizzati. Una circostanza che non solo continua ad alimentare il circolo vizioso dell'impiego delle discariche private ma che produce anche una lievitazione dei costi per il conferimento: da 70 a 105 euro a tonnellata a carico del contribuente.
A carico del contribuente
Nei fatti i Comuni, oggi costituiti in Ambiti territoriali ottimali, al momento dell'approvazione dei relativi piani finanziari inseriscono anche la voce relativa alla manutenzione del termovalorizzatore che, assieme alle spese per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti compone poi la tariffa della Tari. Eppure non tutti gli Ato riescono ad avere accesso all'impianto. Ad esempio, nella disponibilità dell'Ato Catanzaro vi sono quest'anno 22mila tonnellate di css, il combustibile bruciato dal termovalorizzatore e prodotto nell'impianto di Lamezia Terme, che però non è riuscito a trovare sbocco a Gioia Tauro tanto da aver indotto lo stesso direttore, Bruno Gualtieri, a parlare di «danno erariale».
Ridurre i conferimenti in discarica
Nella nota al vetriolo trasmessa mercoledì scorso alla Cittadella affronta di petto il problema: «Altro aspetto che vale la pena segnalare, in quanto correlato ai conferimenti in discarica degli scarti, è sul funzionamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro che potrebbe alleggerire di circa un terzo il quantitativo dei conferimenti». Il funzionario incalza e annota: «Sarà cura di quest'ufficio quantificare il probabile danno erariale che, con l'agire superficiale, atecnico ed illegittimo la Regione sta cagionando a tutta la comunità calabrese impedendo al soggetto competente per legge l'adeguamento dell'impianto quasi costantemente sempre fermo, causando conseguenti ingenti perdite economiche che a fine anno dovrebbero gravare sulle tasche dei cittadini calabresi».
Il pallino fermo alla Regione
E, infatti, oltre alla partita della manutenzione straordinaria, è ancora di là da venire quella relativa ai lavori di riefficientamento del termovalizzatore. Interventi per adeguare «l'impianto alle migliori tecnologie disponibili la cui copertura finanziaria è assicurata dalla Regione Calabria per un importo pari a 12,20 milioni di euro a valere sulle risorse della delibera Cipe 55/2016». Almeno è questo quello che si legge nella recente ordinanza emanata dalla presidente, Jole Santelli, con cui intima alla città metropolitana di Reggio Calabria di procedere entro venti giorni alla pubblicazione della gara. Peccato però che la progettazione, la cui stesura è di competenza della Regione, non sia ancora stata trasmessa alla città dello Stretto unitamente alle risorse utili ad avviare la procedura di gara.