Continua la battaglia di ex amministratori, consiglieri comunali e associazioni: attraverso una lettera si chiede ora un coinvolgimento diretto dei rappresentanti del territorio a livello nazionale
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Il Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere” cerca di alzare il tiro istituzionale nella vertenza aperta sul tema della bonifica dei siti industriali di Crotone. Lo fa attraverso una lettera inviata a tutti i parlamentari calabresi ai quali si chiede di farsi carico della richiesta ad Eni Rewind di rispettare la legalità e tutela della salute rispetto a quella che il Comitato continua a reputare una vera e propria omessa bonifica.
Questa iniziativa di oggi del Comitato incrocia l'azione avviata dai circoli cittadini di Pd, Italia Viva e Arci che ha diffidato Eni e ministero dell’Ambiente per il mancato smaltimento dei rifiuti fuori regione.
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Il Comitato cerca anche alleanze politico istituzionali scrivendo direttamente a deputati e senatori che «a seguito della richiesta di Eni Rewind è stata convocata, il 3 maggio u.s. presso il Ministero dell'Ambiente, una Conferenza dei Servizi preliminare per la modifica del Piano di bonifica ( Pob fase 2) relativo al SIN di Crotone approvato con D.M. n°7 del 3 marzo 2020». E proseguendo con la missiva va a ripercorrere anche gli aspetti tecnici specifici del «Piano di Bonifica (Pob fase 2), assunto dalla Conferenza dei Servizi decisoria il 24 Ottobre 2019, per ragioni di sicurezza e sanitarie, fa obbligo ad Eni Rewind di smaltire i rifiuti speciali pericolosi fuori dal territorio di Crotone e della Calabria in discariche autorizzate allo scopo». Il Comitato non tralascia l’aspetto formale che avrebbe dovuto obbligare «Eni Rewind in questi anni – e che invece a detta degli ex amministratori ed associazioni che compongono il Comitato non ha invece trovato il colosso di Stato pronto - a procedere alla bonifica, assumendo una grave responsabilità. Ora, a distanza di 4 anni, chiede la rimozione del vincolo posto nel Pob fase 2, prima richiamato, allo scopo di lasciare i rifiuti speciali pericolosi nel territorio di Crotone e della Calabria».
Il Comitato nel rammentare alla deputazione che l’obbligo di Eni Rewind era quello di smaltire i rifiuti speciali pericolosi fuori dal territorio di Crotone e della Calabria in discariche autorizzate allo scopo, rilancia nella richiesta: «Ci rivolgiamo alle S.V. per sollecitare opportune ed adeguate iniziative a tutela della comunità e del territorio ed a garanzia del rispetto della legalità», così il Comitato invita i rappresentanti nazionali del territorio ad interpellanze e/o interrogazioni parlamentari che possano stigmatizzare e chiedere conto di quello che a loro parere è «un comportamento gravemente omissivo ed irrispettoso della popolazione che è esposta ad una elevata incidenza di patologie oncologiche e neoplasie per moltissimi casi determinate dall'inquinamento delle matrici ambientali. A tal proposito è bene ricordare che il SIN di Crotone è avvelenato dalla presenza di rifiuti norm, tenorm con presenza di amianto e da sostanze radioattive oltre alla presenza di cadmio, arsenico, piombo, etc».