VIDEO | Secondo incontro tra Comune di Crotone e la multinazionale sugli effetti delle attività estrattive al largo del promontorio, già provato dall’erosione costiera. Sul tavolo i temi della subsidenza e della microsismicità
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Non c’è solo la questione della bonifica dell’ex area industriale da discutere con Eni. Nel secondo incontro che il Comune di Crotone ha avuto ieri con la multinazionale, sul tavolo i temi della subsidenza e della microsismicità indotta dall’estrazione del metano. Alla riunione, con il sindaco Vincenzo Voce hanno partecipato il vice sindaco Rossella Parise, gli assessori Sandro Cretella e Antonio Scandale, il consigliere comunale Antonio Manica. Per Eni erano presenti il responsabile del distretto meridionale Eugenio Lopomo, il responsabile relazioni istituzionali Umberto Breglia, il responsabile Geos/Me Dario Avigliano e, collegato da remoto, il responsabile Dics Ravenna Alberto Manzati.
«Subsidenza, Eni intervenga»
Il sindaco ha illustrato i problemi che la subsidenza crea al territorio evidenziando che Eni, così come avviene in altri territori, debba intervenire in merito. La società ha spiegato che ci sono studi in corso, soprattutto nella zona del promontorio di Capo Colonna, dove i fenomeni sono più evidenti.
«Secondo loro la subsidenza è dovuta a cause naturali – ha detto a margine dell’incontro il primo cittadino – ma ci sono studi condotti in altre zone dove avviene l’estrazione del gas indicano invece che la subsidenza è indotta dalle estrazioni. Qui bisogna fare chiarezza e soprattutto bisogna mettere in condizione la Regione e la multinazionale di proteggere un promontorio sul quale ci sono le attività estrattive».
La convenzione Eni Ionica Gas
C’è poi la convenzione nota come Eni Ionica Gas, sottoscritta tra Comune e Società nel 2008, che chiudeva una serie di contenziosi e controversie, prevedendo anche interventi proprio in relazione alla subsidenza: scaduta nel 2011, non è mai stata rinnovata. «Sarebbe opportuno ripartire da questa nuova convenzione, che metta al centro tutta l’attività estrattiva in termini di eventuali danni causati dall’estrazione del gas» aggiunge Voce. Sarebbe necessario, poi, avviare le attività del comitato tecnico scientifico (pure previsto nella convenzione) per monitorare il promontorio di Capo Colonna, che appare particolarmente fragile. «Abbiamo visto lo scorso autunno cosa è successo con l’erosione costiera, ma il rischio è che si abbia a che fare non solo con l’erosione costiera ma anche con la subsidenza e la microsismicità indotta anche dall’estrazione del gas».
Il dialogo tra Comune di Crotone ed Eni prosegue: a fine mese, previsto un nuovo incontro.