Discarica o pozzo senza fondo? Se lo chiedono quelli del Cap (Comitato ambientale presilano), preoccupati per quanto sta accadendo nell’impianto di Celico, già in passato al centro delle polemiche. Questa volta gli ambientalisti chiamano in causa la matematica per avere dalla Regione risposte chiare sul futuro del loro territorio. I numeri relativi ai conferimenti in discarica, infatti, non tornano affatto e bastano gli annunci di gestori e istituzioni degli ultimi tempi più una semplice calcolatrice per avere dubbi a riguardo.

La capacità totale dell’impianto

L’impianto di Celico è in funzione da sette anni ormai, nonostante si prevedesse di tenerlo aperto soltanto per cinque. Una previsione, quest’ultima, che si basava sulla sua capacità: 290mila metri cubi distribuiti tra i due lotti, per un totale in peso di 235mila tonnellate. Stando ai bilanci pubblicati dall’eWaste (ex Miga) – la società proprietaria della struttura – dal 2013 al 31 dicembre dello scorso anno sarebbero state smaltite nella discarica 201.487 tonnellate di rifiuti, più di 80mila soltanto tra il 2018 e il 2019. Eppure al 7 luglio del 2020 risulta – Regione dixit – che si possano sfruttare ancora 30mila mc, l’equivalente di oltre 24mila tonnellate di spazzatura. In pratica, tra gennaio e i primi di luglio di quest’anno, nell’impianto di Celico sarebbero arrivate soltanto poco più di 9200 tonnellate di rifiuti, in netta controtendenza rispetto al recente passato.

Solo a maggio 300 tonnellate al giorno

Nonostante le strade siano invase dai cumuli, il sospetto che i numeri in questione siano sottostimati è forte. Basti pensare che, in ossequio a un’ordinanza della Santelli, soltanto nelle ultime settimane di maggio ogni giorno sono state conferite nella discarica presilana 300 tonnellate d'immondizia. Il Cap parla di dati «poco verisimili», ipotizzando che la mole di rifiuti abbancati nei primi sei mesi di quest’anno superi le 27mila tonnellate, a una media di circa 4500 ogni 30 giorni. A rafforzare la tesi, le parole dei vertici della stessa eWaste: «ad inizio maggio – ricorda il comitato – lo stesso amministratore sosteneva che la discarica avrebbe avuto non più di altri due mesi di vita».

I dubbi sui controlli

Se i numeri non mentono, lo starebbe facendo qualcun altro: la discarica è già esaurita o no? E, nella seconda ipotesi, quanto manca ancora perché lo sia? Gli ambientalisti puntano il dito contro gli addetti alle verifiche: «Chi è che avrebbe dovuto controllare e non ha controllato e continua a non controllare?», chiedono. E aggiungono: «Il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, che ha incautamente rilasciato nel 2008 e 2014 le autorizzazioni per l'esercizio di una discarica nel cuore di una montagna, non ha il dovere di effettuare le verifiche ed eventualmente chiudere definitivamente la discarica?».

Discarica esaurita o no?

La popolazione locale chiede risposte chiare. Vuol sapere se la capacità di abbanco sia terminata, rendendo «indifferibile» la chiusura dell’impianto. Il sospetto da quelle parti, si diceva, è che i limiti siano già stati superati e, qualora trovi conferma, la richiesta dei cittadini è di revocare ogni autorizzazione all’eWaste e multarla. Se i calcoli del Cap sulle tonnellate smaltite nel 2020 fossero errati, invece, resterebbe il dilemma: quanta spazzatura potrà essere ancora accolta a Celico prima di toccare il fondo della discarica e vederla chiusa per sempre?