I cittadini di via Lanzino a Lamezia Terme sono disperati. Davanti alla Chiesa di San Raffaele l’olezzo è ormai una componente fissa del paesaggio urbano. Un odore intenso e nauseabondo, intensificato dal caldo di questi giorni. Oltre trenta i metri di spazzatura. Le pantegane gozzovigliano tra sacchetti della monnezza, frutta marcia, elettrodomestici e quant’altro. Chi va a correre nel vicino Parco Impastato se le vede spuntare all’improvviso, cercando di schivarle. Le mosche ormai sono sciami. Ma se questa è di consueto una delle vie più gettonate da incivili poco propensi a differenziare i rifiuti, da quando la Daneco, impianto di gestione e smaltimento rifiuti, non sta lavorando a pieno regime, la situazione è degenerata in tutta la città.

 

Ecco perché diversi comitati hanno deciso di darsi man forte, di protestare insieme sperando di essere ascoltati, dando voce ad un problema che sta riguardando l’intera Lamezia e di cui il caso di via Lanzino non è che uno degli esempi più eclatanti. Italia Nostra, comitato Malati Cronici del Lametino, Lamezia Maltrattata, Liberi Cittadini e Mondo Libero hanno deciso di fare muro, di scendere in strada e di essere testimoni da un lato di un disagio sempre più ingombrante, dall’altro di proposte e richieste sottolineando come il rischio da un punto di vista igienico sanitario sia alto.

 

Giuseppe Gigliotti, ad esempio, presidente di Italia Nostra, chiede il passaggio ad una differenziata “spinta” che arrivi a produrre rifiuti zero, mentre Mario Vigliarolo di Mondo Libero che la Regione «pubblichi l’elenco dei progetti della piattaforma per la raccolta differenziata».