Il gruppo invita il primo cittadino a «un viaggio nel passato»: «Oliverio ha prodotto il Paur prescrivendo lo smaltimento dei rifiuti fuori dalla Calabria, lui continua a vendere falsità»
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«Invitiamo il sindaco Vincenzo Voce ad un viaggio nel passato, quando si recò a Lamezia a proporre all'allora assessore regionale all'ambiente Antonella Rizzo, il progetto "Eniland". Un nome scelto non a caso per una operazione di "make up" e quindi di semplice copertura dei veleni. Un progetto protocollato ed agli atti della Regione, per chi volesse prendere visone. "Eniland", cosi come le proposte di "collinette" presentate da Eni, non furono neanche prese in considerazione». È quanto scrive, in una nota, il comitato crotonese “Fuori i veleni”.
«Quando si ha una responsabilità istituzionale, si parla con atti ufficiali, non con articoli di stampa – prosegue il comitato –. Voce continua a vendere falsità. Infatti, non a caso, fa riferimento a comunicati stampa senza indicare atti ufficiali. I fatti e gli atti a difesa di Crotone durante la guida di Oliverio della Regione sono chiari ed inequivocabili e con questi, ancora oggi, bisogna misurarsi».
«Il 24 ottobre 2019 nella Conferenza dei Servizi decisoria – si legge nella nota – fu approvato il Piano operativo di bonifica Fase 2 assunto, insieme al Paur, con DM n°7/2020. Il Paur (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) fu emanato ad agosto 2019 dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria che sulla base dei pareri degli Istituti Scientifici preposti (Ispra, Isin, Istituto Superiore della Sanità, Arpacal) prescrive precise procedure per lo smaltimento dei rifiuti della bonifica, vincolando Eni Rewind a portare i veleni identificati da specifici codici Cer, con tracce di radioattività (tenorm e norm con e senza amianto), in impianti regolarmente autorizzati che non vi sono in Calabria. Gli impianti per il trattamento di questa tipologia di rifiuti speciali pericolosi sono attivi e lavorano in altri Paesi europei. Lo sa bene Eni che nel 2019 si era impegnata, sulla base di un preciso piano, allegato alla Conferenza dei Servizi, al trasporto dei rifiuti in detti impianti. Altro che collinette dei veleni!».
«Il sindaco Voce, piuttosto che continuare a fare una polemica postuma e priva di fondamento – aggiunge il comitato – avrebbe fatto meglio, anzi avrebbe fatto il suo dovere, se in questi anni, che ci separano dal 2020, avesse chiesto ad Eni Rewind conto del perché non ha rispettato quanto prescritto dalla legge! Voce, da quando si è insediato, non ha prodotto un atto, dicasi uno, che richiamasse Eni Rewind ai suoi doveri, avviando la bonifica come indicato da legge, così da evidenziare nelle sedi competenti le responsabilità di Eni per mancata bonifica, evitando di affidare il suo compito a comunicati stampa che lasciano il tempo che trovano. Sapeva e sa benissimo Voce, lo ha detto più volte, cosi come sa bene Eni Rewind, che la disponibilità di impianti autorizzati fuori regione vi è sempre stata. Che non aver proceduto alla bonifica è stata una grave omissione. In questi 5 anni quali diffide sono state avanzate? A quali Autorità competenti?».
«Farebbe bene il sindaco Voce – conclude il comitato – a chiedere l'immediato avvio della bonifica, nel rispetto del Pob Fase 2 approvato nel 2019. Contestualmente farebbe bene a diffidare Eni Rewind al fine di non consentire che si avvalga di previste scadenze indicate nei regolamenti Ue per giustificare quanto non è stato fatto in questi anni e la non rimozione dei veleni lasciando una drammatica eredità alla città di Pitagora ed alle sue future generazioni».