18 in tutto, collocati per lo più nella provincia reggina. Siti in cui sono stati evidenziati un'incidenza dei tumori ed indici di mortalità e di ospedalizzazione superiori alla media regionale.
E' allarmante e allo stesso tempo desolante il quadro tracciato dal Dipartimento di Ambiente e connessa prevenzione primaria dell'Istituto Superiore di Sanità sui siti contaminati della Calabria. Uno il sito calabrese di interesse nazionale per le bonifiche, quello di Crotone Cerchiara, Cassano. Ben 112, invece, quelli sottoposti dalla Regione a processo di bonifica.
Una vecchia conoscenza quella del sito di Crotone – Cerchiara, Cassano. Inserito nell'elenco di interesse nazionale dal 2001, presenta preoccupanti percentuali di ammoniaca, fosforite e metalli pesanti che contaminano suolo e acque di falda. Non a caso ne fanno parte tre aree industriali dismesse.
A parte ci sono poi tutte quelle zone per le quali si battono le associazioni e i media per poterne avere ufficializzato il rischio o l'inserimento tra le aree da bonificare. Se Reggio Calabria con otto siti contaminati è la provincia più inquinata, la segue di poco Cosenza con sette, poi Catanzaro con due e, infine, Vibo con soltanto uno , a Triparni. Nella provincia di Catanzaro i casi limite si trovano a Davoli e Lamezia Terme, mentre nel reggino sono concentrati nel Massiccio dell'Aspromonte.


Tiziana Bagnato