Falcomatà chiama il Pd alle sue responsabilità. Inviato ai senatori un controemendamento sull'Agenzia dei beni confiscati

Nel testo si mantiene la sede reggina come sede principale. Per tutelare la presenza dello Stato sul territorio. Ma la decisione del sindaco ha anche una precisa connotazione politica
di Riccardo Tripepi
12 giugno 2017
19:02
Giuseppe Falcomatà
Giuseppe Falcomatà

Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà prova l’ultimo tentativo per salvare la sede dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. Il 13 giugno al Senato sarà in discussione l’emendamento firmato Lumia (Pd) che declasserebbe a sede secondaria la sede reggina.

 


Un atto che è stato percepito come uno scippo dalla cittadinanza che ha organizzato diverse manifestazioni per quello che viene percepito come un indispensabile baluardo dello Stato in  una città che è tra le prime in Italia per numero di beni confiscati.

 

L’emendamento Lumia è poi arrivato proprio nel momento in cui montava la polemica per il baciamano al boss Giorgi che ha riportato di attualità la questione relativa all’assenza dello Stato nel Meridione e in Calabria.

 

Falcomatà, dunque, ha deciso di non restare inerte davanti a questo procedimento che rimarca anche dal punto di vista politico l’insoddisfazione del sindaco che vuole l’attenzione promessa più volte dal proprio partito. E che nell’ultimo periodo è sembrata meno forte del recente passato. Il sindaco, poi, è rimasto quantomeno sorpreso dalla decisione assunta da Renzi in ordine alla composizione della segreteria nazionale dove, a sorpresa, è entrato l’assessore ai Lavori Pubblici Angela Marcianò, sostituendo proprio Falcomatà al fotofinish.

 

Ed allora il primo cittadino su una questione di fondamentale importanza per la città ha deciso di puntare saldamente i piedi e non lasciare niente di intentato.

 

«Insieme ai rappresentanti delle associazioni che hanno formato questa 'rete per l'Agenzia', abbiamo deciso di scrivere un contro-emendamento da far presentare ai nostri rappresentanti per la seduta del Senato del 13 giugno. Sarà l'ultimo atto perchè l'iter legislativo è già avanzato, però è un qualcosa che noi dobbiamo provare a fare e che ci deve vedere uniti in questa lotta».

 

E dunque il sindaco ha proceduto ad inviare ai senatori del Pd il testo di un contro emendamento anche per fare in modo che tutti si assumano le proprie responsabilità. E sia chiara la volontà politica sulla questione.

«Si invitano gli On.li Senatori – si legge nella proposta del sindaco - a voler modificare l’art. 110 del D.Lgs. n° 159 del 2011 così come approvato dalla Camera dei deputati l’11 novembre 2015 sostituendo le parole “ha la sede principale in Roma, la sede secondaria in Reggio Calabria ed è posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri” con le seguenti parole:  “ha la sede istituzionale e principale in Reggio Calabria, le sedi secondaria in Roma, Palermo, Catania, Napoli, Bologna e Milano ed è posta sotto la vigilanza del Ministro dell’interno”.

 

Riccardo Tripepi

 

 

 

 

Giornalista
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