Il sindaco di Cosenza oggi ci ha pesantemente attaccati definendoci “banditi politici e ricattatori”. Un aspirante presidente di Regione dovrebbe sempre avere senso della misura e contegno. Il primo cittadino bruzio ci avrebbe riservato tutt’altro atteggiamento se non avessimo scritto che la sua candidatura incontra resistenze e difficoltà ad essere accettata nel centrodestra. Sicuramente ci avrebbe proposto anche per il premio Pulitzer se avessimo avallato il silenzio sulle sue pesanti inchieste giudiziarie
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Non è la solitudine dei numeri primi quella che accomuna il presidente della Regione e il sindaco di Cosenza ma quella determinata dal mutamento del quadro politico. Zingaretti e Orlando notificano l’avviso di sfratto al Governatore, mentre nel campo avverso, quello del primo cittadino bruzio, seppur sono tutti garantisti, è altrettanto vero che nessuno è disposto a rischiare una vittoria certa in conseguenza di una condanna che potrebbe mettere fuori gioco il presidente a pochi mesi dalla sua elezione con tutte le conseguenze e gli effetti della legge Severino
Il rieletto primo cittadino della città del Campagnano si pone al centro del dibattito regionale in vista dell’individuazione di un candidato diverso rispetto sia all'attuale governatore che al sindaco di Cosenza. «A Rende si è affermato il modello civico più autentico». Un’affermazione che sembra quasi indicare un'alternativa al civismo taroccato del presidente della Regione e del sindaco bruzio
Il risultato delle Europee indebolisce il disegno del sindaco di Cosenza presidente della Regione. Il quadro politico che sembrava si fosse assestato e che conteneva anche il sogno della Santelli sembra essersi maledettamente complicato e reso ancor più intricato dalla parabola giudiziaria che, a quanto si dice non sia affatto terminata
Diciamocelo senza ipocrisie: l’accelerazione di questa inchiesta ha coinciso con l’arrivo alla Dda di Catanzaro del dottor Gratteri. In tutti questi anni, in attesa dell’azione della giustizia, gli imprenditori/vittime, sono stati solo facile obiettivo di qualsiasi azione criminale e, con alti e bassi, hanno difeso le loro attività, le loro famiglie e, soprattutto, non si sono piegati
Si chiama Maria Limardo, è un avvocato, ha il linguaggio asciutto e semplice delle donne concrete e intelligenti. A Mangialavori bisogna dare atto a questo punto di aver messo in moto un processo virtuoso di riabilitazione politica del suo schieramento: l’innovazione della coerenza. Sarà una battaglia dura, i notabili di sempre, i poteri forti della città, quelli cioè che considerano il centro, la destra, la sinistra, distintivi da abbinare alle chiacchiere piuttosto che a visioni della società, pur di mantenere le loro ataviche rendite di posizione e il loro consolidato potere di veto, statene certi, venderanno cara la pelle
Siamo nuovamente nel baratro della guerriglia istituzionale che il governatore conduce in un clima di debolezza politica senza un partito, con un indice di gradimento da parte dei calabresi ai minimi storici e con uno scarso appeal nel merito della questione. Sulla nomina dei manager della sanità, infatti, il presidente ne fa una questione di prerogative
Sorge spontaneo l’interrogativo che tento di sollevare in questo pezzo: chi poteva avere interesse a diffondere queste notizie riservate? A mio avviso, nessuno, dei due protagonisti della vicenda, Otello Lupacchini e il procuratore di Catanzaro, diversi nel profilo, ma entrambi considerati serissimi sul piano professionale. Qual è, dunque, l’obiettivo di una tale strategia? Forse qualcuno puntava ad un conflitto tale da creare un corto circuito e preparare il terreno di una serie di incompatibilità dei capi degli uffici a catena?
Chiudiamo il 2018 con un bilancio negativo per la nostra regione sul piano sociale ed economico. Il futuro risulta ancora incerto, bisogna lavorare per una Calabria migliore da consegnare ai nostri figli
Il riesame ha confermato pari pari il dispositivo del Gip. E ora? I tempi si allungano. Con queste premesse, la vicenda, da pasticcio politico/giudiziario iniziale, rischia di slittare velocemente a pasticcio istituzionale e, altrettanto velocemente, trasformarsi in una farsa dai contorni tragico-comici. E, chiaramente, dagli esiti imprevedibili
Qualcuno dopo il mio precedente editoriale ha sollevato delle polemiche accusandomi di aver sposato la causa giustizialista. Chiarisco, per chi ne ha voglia, il mio punto di vista già, comunque, abbastanza chiaro. Sulle opinioni editoriali, si fanno chiacchiere, retorica a buon mercato messa in atto spesso da stretti collaboratori del Presidente lautamente pagati, pensando o illudendosi, evidentemente, di far bene e compiacere il capo
Gli atti dell’inchiesta ripropongono, invece, una questione politica della quale più volte abbiamo scritto e parlato: la qualità e la deriva di una classe dirigente che da troppo tempo sta condizionando il futuro del centro sinistra in questa regione. Se questa classe dirigente volesse essere veramente generosa verso la parte politica che gli ha permesso di avere una sfolgorante carriera nel corso di oltre un ventennio, dovrebbe prendere cappello e andare via
Cosa impedisce al leader di Vibo Unica di presentare una mozione propria e portarla alla discussione consiliare? Sono passati 20 giorni da quando Giovanni Russo ha annunciato la propria mozione, scelta quasi ridicolizzata dall’ex presidente del consiglio comunale, e tuttavia della propria mozione, allo stato, non c’è traccia
Da tempo e da più parti, si invoca la cacciata del primo cittadino. Eppure Elio Costa rimane in sella, nonostante l’opposizione avrebbe i numeri per una mozione di sfiducia. I ben informati sostengono però che molti degli oppositori a Costa sono attaccati alla sella, forse più dello stesso Sindaco, e soprattutto sarebbero attaccati all’indennità che, seppur modesta, rappresenta una buona integrazione al reddito. Paradosso di una politica inconsistente l’atteggiamento di Stefano Luciano
Se in questi anni, almeno secondo quanto sostiene il governatore della Regione, il governo nazionale ha operato in violazione della Costituzione, per quale motivo il Presidente ha aspettato fino ad oggi per sollevare quello che egli ritiene un conflitto di attribuzione? Diciamoci la verità fino in fondo e senza ipocrisie. I dati del piano di rientro sanitario sono stati uno sfacelo anche nell’epoca e per responsabilità di Mario Oliverio
La burocrazia storica a Tansi ha reso la vita molto difficile alla guida del dipartimento. Il bizzarro ricercatore del Cnr ha fatto saltare rendite di posizione, nicchie di privilegi di burocrati e impiegati, protetti, alimentati e sostenuti da storici sistemi clientelari politici ed economici. Le dimissioni di qualche ora fa del responsabile Anticorruzione della Regione, Francesca Palumbo confermano che c’è una burocrazia che non intende essere controllata
Le provinciali di Vibo e Catanzaro confermano il trend di questi mesi sul piano politico. Giuseppe Mangialavori ha praticamente sbancato tutto quello che c’era da sbancare in provincia di Vibo Valentia. Abramo e Solano i nuovi presidenti di Catanzaro e dell'antica Monteleone. Il dato dignitoso di Ernesto Alecci dimostra che il centrosinistra si salva solo se manda a casa il vecchiume attuale
Se ne è andato in linea con il suo personaggio: i suoi dipendenti scavavano un fosso in condizione di emergenza e lui era dentro quel fosso con loro. È morto insieme a loro. Nella sua visione un polo di ricerca oncologica di rilievo nazionale nella regione nota per i “viaggi della speranza”. Ora quella stessa terra che spesso lo ha osteggiato ha il dovere di affiancare la famiglia a concretizzarne il desiderio
Dal Pd calabrese si sono guardati bene dal riflettere sulla pesante sconfitta politica che ha investito la sinistra calabrese e italiana figuriamoci se sono disposti a riflettere sui dati di un sondaggio proposto dalla nostra testata. Un esercito di militanti, quadri intermedi, rassegnati, magari speranzosi di conquistare un po’ di spazio con una candidatura. Poca cosa di fronte allo sforzo titanico che occorrerebbe per ridare un senso alla sopravvivenza di un’area politica secolare
Il sindaco di Riace sotto il fuoco incrociato delle varie fazioni politiche. La vicenda smuove comunque la stampa indipendente, anche quella tradizionalmente prona al verbo dei pm. Il Pd accusa Salvini ma dimentica che ispezioni e vicenda fiction sono partite quando al Governo c’erano Gentiloni e Minniti. Le parole del ministro dell'Interno, della destra e del M5S sono sbagliate. Riace è altro rispetto all’accoglienza che persegue il business
In questa terra e, in generale in questo paese, quando racconti le contraddizioni della politica, quando ne denunci l’inefficienza, il malcostume, c’è sempre qualcuno che ritiene che lo si faccia perché motore di qualche complotto “demo-pluto-giudaico-massonico”. Il nostro contenitore, “il sondaggio”, è uno strumento per testare gli umori dei calabresi, niente di più, si tranquillizzino i teorici del complotto e i malati cronici della sindrome del complotto
La rubrica partirà domani, 30 settembre. Non sarà un'inchiesta di tipo scientifico, ma uno strumento con il quale interrogheremo i nostri lettori, i calabresi, dalla politica, al costume, alla società, alla cultura, al turismo. Partiremo con un sondaggio pilota che riguarderà il presidente della Regione, Mario Oliverio
Alla festa dell’Unità Maurizio Martina ha dato ai militanti la stessa carica che può dare un anemico prima della trasfusione. Renzi in preda al delirio di un egocentrismo sempre più distruttivo. Zingaretti invita, forse non a torto, a chiudere la “ditta”. Dopo tante sconfitte mai nessuno dei protagonisti ha pagato dazio. Dopo diverse bancarotte fraudolente elettorali e ideali portate a danno dei principi di fondo della sinistra italiana sarebbe opportuno che questi dirigenti togliessero il disturbo dalle Alpi a Cefalù
La comunicazione turistica in Regione viene considerata una sorta di bancomat per alimentare potenti lobby del settore. Un anno fa, una gara milionaria per promuovere il territorio sulle tratte aeree internazionali. Per Federalberghi i dati sono disastrosi: calo da stimarsi tra il 20% e il 30% degli arrivi per l’estate 2018
L’evento, per quanto ritenuto imprevedibile, era invece prevedibilissimo. Le abbondanti piogge a monte delle gole erano note a tutti. Quello che è successo ieri, dunque, è avvenuto perché nessun protocollo della sicurezza era obbligatorio. Ignorata anche l’allerta meteo. Dalle istituzioni solo esternazioni paradossali come quella del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Calabria