Con Russo all'Autorità portuale, alla Regione è tutto pronto per il rimpasto di giunta

La nomina dell'assessore fa partire il countdown. Tre o quattro i cambi. L'intenzione è quella di dare spazio alla politica, ma non entreranno consiglieri regionali.
di Riccardo Tripepi
26 maggio 2017
21:28

La calma apparente in casa Pd, impegnato a pieno organico nella sfida elettorale di Catanzaro, è stata squarciata dalla nomina dell’assessore Francesco Russo alla guida dell’Autorità portuale di Gioia Tauro.

 


Nomina che era nell’aria qualche tempo e che ha trovato il plauso del governo regionale, del sindacato e anche del partito. Il segretario Magorno non ha dubbi. “Ringraziamo il governo e il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio che, dopo la riforma, ha inteso indicare l'attuale assessore regionale e professore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria per la presidenza dell’Autorità portuale. Un professionista calabrese potrà d’ora in avanti occuparsi di una delle infrastrutture strategiche per la Calabria e piattaforma logistica fondamentale nella rete portuale europea”.

 

Dietro la soddisfazione per la nomina, però, può considerarsi cominciata, anzi ormai in dirittura d’arrivo, la partita che porterà al rimpasto di giunta. Adesso, con la casella che Russo lascerà sguarnita, Oliverio e il partito dovranno procedere agli assestamenti che erano stati annunciati già per la fine dello scorso anno. Poi il governatore, un tipo a cui certo non dispiace certo temporeggiare, stretto tra primarie, ricollocazione renziana della corrente e disfida della sanità, ha preferito rinviare di mese in mese

 

Ora, però, è arrivato il momento. Si è da poco superata la boa della metà legislatura, la giunta perde un pezzo e dopo l’11 giugno saranno chiari anche gli equilibri del partito a Catanzaro. Ci sono tutti gli elementi per mettere mano all’esecutivo e procedere a quelle sostituzioni che dovrebbero dare slancio alla seconda fase della legislature e “liberare” il governatore da vari pesi. Sulla rampa di uscita i nomi sono sempre gli stessi, con Viscomi, Roccisano e Rossi che sono quelli più a rischio. I rapporti con il vicepresidente non si sono mai sanati, così come quelli del partito reggino con l’assessore al Lavoro.

 

Il vero dubbio, però, riguarda le modalità di sostituzione. Si pescherà nuovamente tra i tecnici? O si tornerà a dare spazio alla politica per provare a ricucire i rapporti tra giunta e Consiglio regionale che sembrano essere ai minimi storici?

 

Oliverio, massimo esperto del compromesso, sembra orientato per un’esatta via di mezzo: spazio alla politica, ma non ai consiglieri regionali. In buona sostanza si dovrebbero ascoltare le istanze dei partiti pescando ancora tra tecnici ed espressioni della politica, ma fuori da palazzo Campanella. Basterà per riconciliarsi con i gruppi consiliari e dare la svolta alla legislatura? Si vedrà. Anche perché l’ultimo rimpasto, quello dettato dall’esplodere di “Rimborsopoli” ha lasciato strascichi ancora tutti da riassorbire. La rottura con Guccione è stata profondissima, ma le tensioni sono state e sono altissime anche con Ciconte e con l’ex presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo. Con il paradosso tutto democrat per il quale poi due degli espulsi dalla giunta di Oliverio (Guccione e Ciconte) non erano buoni per fare gli assessori, ma sono diventati ottimi candidati a sindaco per Cosenza e Catanzaro. Ma, si sa, le decisioni del Pd spesso non sono accessibili con parametri rigidamente razionali.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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