Alfano al bivio: Ap rischia l'isolamento. In Calabria aumentano i dubbi

Direzione nazionale per chiedere a Gentiloni un'inversione di tendenza. Ma dopo l'implosione a Catanzaro crescono le incertezze anche in Calabria. Aiello ed Esposito aspettano risposte
di Riccardo Tripepi
4 aprile 2017
22:38

Neanche il tempo di cominciare la propria vita politica che Alternativa Popolare, movimento nato sulle ceneri del Nuovo Centrodestra, è già in piena fibrillazione. Saranno i sondaggi negativi o la immane difficoltà a immaginare una politica delle alleanze, ma gli uomini di Alfano sono preoccupati e chiedono un’identità precisa per il nuovo partito.

 


Richiesta esplicita, formulata sia alla prima direzione nazionale, ma anche informalmente. «Continuando così arriveremo alle prossime elezioni senza la possibilità di essere eletti o di incidere in alcun modo nelle future dinamiche politiche» si lascia sfuggire uno dei senatori dell’ex Ncd. E, a quanto pare, il disagio sarebbe comune a molti, diventati insofferenti all’eccessivo appiattimento del ministro degli Esteri sulle posizioni di Matteo Renzi.

 

Si spiega così la presa di posizione di Alfano che prova a non far implodere il movimento. «Una certa sinistra vuole tornare indietro, mentre noi siamo nati per andare avanti. Se la decisione di una certa sinistra è ingranare la retromarcia e andare indietro, noi non ci stiamo. Se l’ultimo anno di governo serve per rimettere in discussione tutte le riforme fatte, noi non ci stiamo – ha detto Alfano che poi ha reso ancora più esplicito il messaggio - Noi non faremo strattonare il governo dalla Cgil». E poi una lista della spesa (voucher, legge elettorale e legittima difesa) che i capigruppo di Senato e Camera hanno consegnato a Gentiloni nella serata di ieri.

 

Pochino per poter parlare di una minaccia di crisi di governo, ma forse abbastanza per provare a tenere compatte le truppe nell’attesa di capire se ci sono i margini per allargare l’area di centro. Primo banco di prova l’incontro di sabato al tempio di Adriano con Tosi, Casini e Zanetti.

 

In Calabria si guardano questi movimenti con attenzione, ma anche con un certo scetticismo. Anche perché il laboratorio regionale del grande centro, e cioè Catanzaro, ha già chiuso i battenti con il ritiro di De Marco a causa dell’Udc che ha fatto saltare l’alleanza. Lasciando gli ex Ncd Aiello ed Esposito con il cerino in mano e con la voglia matta di tornare alla casa madre appoggiando Abramo.

 

Ecco perchè Alfano dovrà fornire risposte in tempi ragionevoli, prima del possibile rompete le righe. Molti dei suoi parlamentari, specie quelli che sono rimasti fuori da incarichi di governo e sottogoverno, si stanno già guardando intorno per capire se esistono lidi migliori ai quali approdare. Primo fra tutti quella Forza Italia dalla quale sono partiti diversi anni fa. Approdo che potrebbe diventare meta agognata dei vari calabresi che cominciano ad avere dubbi sul proprio futuro, come Aiello e Bilardi ad esempio.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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