Quel cemento selvaggio che distrugge le coste calabresi

Calabria al quinto posto nella classifica generale dei reati ambientali. A dirlo è il dossier Mare Mostrum di Legambiente che fotografa la situazione lungo i litorali in materia di inquinamento e abusivismo

23 giugno 2018
13:33

 

Coste deturpate dal cemento, mari avvelenati, illegalità diffusa. Anche quest’anno il dossier Mare Mostrum di Legambiente, elaborato con il contributo delle Capitanerie di Porto e della forze dell’ordine,  è un bollettino di guerra in cui la Calabria non va mai a raschiare il fondo della classifica. In particolare è con il fenomeno dell’abusivismo edilizio che la punta dello Stivale si piazza sul podio, preceduta solo dalla Campania. Un secondo posto fatto di cemento selvaggio ed ecomostri  e costruito con le 478 infrazioni accertate nel solo 2017, il 14, 4 per cento del totale. 523 le persone denunciate o arrestate e 238 i sequestri effettuati.


 

Nel caso dei reati ambientali la Calabria scende al quinto posto raccogliendo insieme a Campania, Puglia, Lazio e Sicilia la metà del totale dei reati ambientali commessi in tutto il Paese. In particolare, sono 1481 i reati ambientali accertati nella nostra regione, 1752 persone arrestate o denunciate, 606 i sequestri effettuati.

 

Analoga posizione anche per le infrazioni legate al ciclo dei rifiuti nelle aree costiere (depuratori, scarichi fognari, inquinamento da idrocarburi). In questo caso la Calabria fa un po’ meglio di Toscana, Lazio, Puglia e Campania, con 528 infrazioni accertate, pari all’8,7%, 773 persone denunciate e 278 sequestri effettuati. Quinta la Calabria anche per la pesca di frodo, con 384 infrazioni accertate, pari all' 8,1%.

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