Usura ed estorsioni, 9 arresti a Cosenza

Nel complesso sono stati accertati 42 casi di usura ai danni di 17 vittime. Le misure cautelari sono state eseguite in diversi comuni della provincia

27 giugno 2018
12:32

Prestavano soldi a strozzo, applicando tassi usurari di interesse compreso tra il 10 ed il 100 per cento mensile. La rete di cravattari è stata sgominata dall’inchiesta della procura di Cosenza avviata dopo la denuncia presentata da due noti gioiellieri della città, precipitati nel giro di poco tempo in una grave situazione di ristrettezza economica.

 


I particolari sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa presieduta dal procuratore Mario Spagnuolo, alla quale hanno partecipato l’aggiunto Marisa Manzini, il sostituto Giuseppe Cava, il comandante provinciale dei carabinieri Piero Sutera ed il comandante della compagnia di Cosenza Jacopo Passaquieti. 14 le misure cautelari eseguite dai carabinieri nell’ambito dell’operazione denominata Faenerator. Tre persone sono finite in carcere, sei ai domiciliari, cinque sono sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

 

La denuncia ha dato la stura ad un’articolata attività investigativa, anche con l’ausilio di intercettazioni da cui emerge un quadro desolante di persone minacciate per la mancata restituzione anche di poche centinaia di euro e costrette a rivolgersi agli usurai per fare la spesa, soddisfare bisogni primari, saldare altri debiti finendo nella morsa di una spirale senza soluzione di continuità. Nel complesso sono stati accertati 42 casi di usura ai danni di 17 vittime. Le misure cautelari sono state eseguite in diversi comuni della provincia, una ha riguardato anche Massafra, nel tarantino. Sequestrati anche diversi assegni postdatati. L’indagine è work in progress.

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