VIDEO-NOMI| Maxi operazione della Dna, coinvolte le Procure di Reggio Calabria, Bari e Catania. Un giro d’affari da 4,5 miliardi con ingenti guadagni che venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all'estero
Il mantenimento di detenuti e latitanti e il ruolo svolto dall’imprenditore considerato la “banca” al quale gli esponenti di spicco del clan affidavano i proventi di natura illecita
Giuseppe Nucera, soprannominato zio Pino, nel 2001 è stato condannato perché ritenuto organico alla cosca facente capo a Giuseppe Caridi. Nel 2014 una nuova condanna per associazione mafiosa
Il dominio dei “cassamortari” era noto da tempo. Le potenti imprese funebri avevano la forza dell’intimidazione ma anche quella dei buoni uffici in politica, nella burocrazia e negli uffici dello Stato. Il business si era arricchito con il nolo delle ambulanze. Un paradosso: l’Asp noleggiava i mezzi perché i propri erano usurati e loro fornivano il servizio con mezzi fatiscenti
Il personale dell’ospedale incaricato dalla ditta di pompe funebri di avvisare quando un paziente stava per morire. Il pentito: «Venivano corrisposte somme di denaro allorquando gli facevano prendere il morto…»
Dichiarazioni scottanti quelle del collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà che riferisce dei rapporti tra le cosche di Lamezia e l’ex parlamentare che chiese e ottenne dai clan appoggio elettorale alle Regionali
NOMI-INTERCETTAZIONI| Le ditte Putrino e Rocca con i “buoni uffici” dell'ex parlamentare e dell'ex consigliere comunale di Lamezia Terme e con la complicità dei dirigenti dell’azienda sanitaria avrebbero ottenuto l'affidamento del servizio di fornitura delle autoambulanze destinate agli operatori del 118
Legati alla cosca Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte di Lamezia Terme le due ditte Putrino e Rocca che avrebbero esercitato un controllo pervasivo sull’ospedale cittadino
NOMI| Coinvolte persone appartenenti ad una cosca e pubblici amministratori. Eseguito anche un sequestro di beni per un valore di 10 milioni di euro. L'operazione, denominata Quinta bolgia condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura
VIDEO| Legato per vincoli di parentela alla cosca dei Nirta, era ricercato da oltre un anno per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e altri reati dopo l'operazione Ignoto 23
La deposizione di Pasquale Di Filippo sui rapporti con la politica: «In Sicilia un partito non sale se non votato dalla mafia». Giallo sul collaboratore Pulito: è irreperibile
NOMI-FOTO-VIDEO | Il sodalizio criminale era in grado di condizionare l’intera comunità e anche attività produttive in Lombardia. Sono ritenuti responsabili di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni
L’uomo, ormai 91enne, è morto a Parma. Era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del brigadiere Antonio Marino avvenuto a Bovalino nel settembre del 1990
NOMI-VIDEO | Sigilli ad imprese commerciali, beni mobili e immobili riconducibili ai due professionisti operanti nel settore della fabbricazione e distribuzione di conglomerati bituminosi e del calcestruzzo. A condurre l'operazione la Guardia di finanza di Reggio Calabria
'NDRANGHETA STRAGISTA| Malvagna narra l'avvento di Forza Italia secondo Cosa nostra. Le riunioni ad Enna per programmare le stragi: «Si fa la guerra per fare la pace». E il fallito aggiustamento del maxi processo che cambiò tutto
Francesco Amato, il rosarnese condannato a 19 anni di carcere nel processo Aemilia, era asserragliato da questa mattina in un ufficio postale dove teneva in ostaggio quattro persone
Si è spento nel carcere di Parma, dove era rinchiuso per scontare la pena dell'ergastolo. Ritenuto a capo dell'omonima cosca di 'ndrangheta, è considerato l'esecutore materiale dell'omicidio del brigadiere Antonino Marino, avvenuto mel 1990
Pietro Raso è accusato di associazione mafiosa, droga e armi nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Dda di Reggio contro i clan Cacciola e Grasso
Si tratta del maxi processo dalla Dda Reggio Calabria contro la cosca Gallico di Palmi e Bruzzise di Seminara. La Cassazione aveva già confermato cinque ergastoli e inflitto oltre 300 di carcere
Si tratta di un’ordinanza di ripristino della custodia cautelare in carcere nei confronti degli imputati appartenenti alla locale Seregno-Giussano ai quali è stato confermato l’ergastolo