A pesare sul giudizio dei giudici il volontariato e l’apertura di un’attività commerciale
Argomento: COSCA GIAMPA
Gli imputati avevano impugnato la sentenza di primo grado. I reati su cui si sono espressi i giudici furono commessi con l'uso di armi e violenza
Dietro minacce, costrinsero l'imprenditore a realizzare una fittizia vendita di terreno con l'intento di realizzare una casa abusivamente. Si sarebbero fatti consegnare anche 10mila euro
Assolto «per non avere commesso il fatto» solo Mario Francesco Meliadò. Pena più alta per Giuseppe Giampà: 25 anni e 5 mesi di reclusione
Sigilli ad alcuni immobili riconducibili a Vincenzo Torcasio, detto “u niuru” e considerato fiancheggiatore del clan mafioso
La richiesta di Appello è stata rigettata sulla base della sentenza di primo grado. Gli avvocati: «Riaffermata la dignità di uomo onesto»
Secondo il racconto di due testimoni, Giuseppe Giampà avrebbe invitato alle nozze molti imprenditori lametini per ricevere il dono: «Non è che ci potevi mettere 100 euro come un normale cittadino»
Gli imputati sono accusati a vario titolo di estorsioni e ricettazione, tentati omicidi e omicidi, furti, rapine. Pena più pesante per Giuseppe Giampà
VIDEO | Il ricordo di Rocco Mangiardi, l'imprenditore che si oppose alla cosca Giampà: «La notte precedente non dormii non per la paura, ma per l’emozione. Sapevo che quel giorno sarei tornato libero»
Dichiarazioni scottanti quelle del collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà che riferisce dei rapporti tra le cosche di Lamezia e l’ex parlamentare che chiese e ottenne dai clan appoggio elettorale alle Regionali
Si conclude così la prma tranche del procedimento nato dall'indagine conddotta dalla Dda di Catanzaro e mirata a recidere i nuovi "rami" dell'organizzazione mafiosa