Omicidio Fava-Garofalo, dalla deposizione dell’ispettore Briguglio, emerge il ruolo della madre del killer Calabrò. La famiglia era informata dell’inchiesta, grazie alle conoscenze del “Monaco”. Ma chi è? L’imputato: «Sono io»
Omicidio Fava-Garofalo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il presunto mandante si dichiara innocente e nega qualsiasi responsabilità. Ma, incalzato, ammette l’incontro con Villani: «Era preoccupato». Il pm: «Dato enorme»
Al processo per l’omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo emergono gli strani contatti fra il pentito ed esponenti dell’Arma. Un esposto anonimo accusa appartenenti ai servizi. Chi condusse i parenti del “nano” nella sua località protetta?
Tre giorni dopo aver svelato ai magistrati la verità sul duplice omicidio Fava-Garofalo, Calabrò incontra la madre (e sorella del presunto mandante). Lei gli intima: «Bocca chiusa e non si sbaglia mai». Lui dice di aver ritrattato. Poi attacchi alla Dda e messaggi chiari: «Abbiamo perso Francesco, hai capito?»
Il fratello del killer dei carabinieri scomparve nel nulla nell’ottobre 2006. Quattro anni fa, l’auto con i suoi resti fu ritrovata in mare. Ora emerge come fosse l’unico a custodire quel segreto confidato da Giuseppe. Tempi e contesti
L’inchiesta “Ndrangheta stragista” svela anche il patto fra le ‘ndrine e Cosa Nostra, con i siciliani pronti a pagare i calabresi per impedire rapine sull’A3 ai tir in partenza dalla Sicilia
È quanto emerge dagli atti relativi all’inchiesta che ha portato all’arresto di Filippone e Graviano ritenuti i mandanti degli omicidi di Fava e Garofalo che vanno a collocarsi «nel contesto della strategia stragista che ha insanguinato il Paese nei primi anni 90'»
I due appuntati furono brutalmente uccisi il 18 gennaio del 1994 nei pressi dello svincolo di Scilla. Eseguite due ordinanze di custodia cautelare in carcere. In corso anche numerose perquisizioni in diverse regioni d’Italia
Il 18 gennaio è stato celebrato l’anniversario dell’omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo, uccisi a Scilla. Due condanne definitive non bastano a raccontare tutta la verità. Dietro il delitto c’è la strategia del terrore di Cosa Nostra che si lega alla Calabria
In una intervista a Radio Uno il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri torna a sottolineare il rilievo internazionale assunto dalla 'ndrangheta negli anni, grazie soprattutto al dominio nel traffico di stupefacenti.
Dall' inchiesta della Dda di Reggio Calabria denominata “Ultima spiaggia” emergerebbe un sodalizio criminale tra il Clan Paviglianiti e la famiglia dei Guttadauro per il traffico di droga.
L’operazione condotta della Procura antimafia di Potenza ha smantellato l’asse criminale tra l’Italia e gli Usa. A finire in manette anche Francesco Palmieri, presunto boss del clan Gambino